Fare comunicazione politica all’epoca dei pubblici connessi ha il vantaggio di poter ragionare sulle forme pubblicitarie costruite da un partito, ad esempio per le Regionali, assieme ai cittadini.
Ad esempio entrando nelle conversazioni in Rete. Attivisti, esperti di comunicazioni, simpatizzanti, avversari, semplici cittadini, soggetti che si sentono rappresentati o non rappresentati, possono diventare protagonisti nel discutere orizzontalmente le comunicazioni che li riguardano.
Con questo spirito ho pensato di fare commentare sul FriendFeed la campagna di comunicazione del PD per le prossime Regionali che è centrata sui temi del lavoro, impresa e scuola. I diversi commenti li trovate qui.
Caustici (hanno tutti il naso turato, il che mi ricorda qualcosa. – vic), analitici (Confusione cromatica, simbologie e font incoerenti. Grigiore sullo sfondo, mamma mia ma è tutto un gran casino. – l’Ego di Gigi; confusa, incoerente, elitaria, mal realizzata, – Maurizio Goetz), incapaci di sentirsi rappresentati (volti davvero angoscianti..anch’io di fatto sono precario ma a volte un sorriso lo faccio – alberto), ironici (quando mi fissano nel buio nelle pensiline degli autobus, la sera, nei riflessi del vetro…mi angosciano. – Ester “Hoshimem” Memoli; ma l’hanno fatta con powerpoint? – cannedcat), analisti (lo spunto “persone vere e twitterate” è buono MA:allora creaiamo un campagna con prsone vere e twitterate vere non una finzione della realtà – Giuseppe Sangiorgio), nostalgici (Qualcuno ha scritto sopra: voi del PD dovete tornare nelle periferie a fare comizi, come faceva il PCI di una volta. Che poi nei suoi cartelloni elettorali metteva: falce e martello, uno sfondo di patriottismo, e il messaggio “VOTA COMUNISTA”, ed era efficace. E lo era perché dietro quell’esortazione a ricordare c’era qualcosa da ricordare, ovvero i messaggi che facevano passare tra la gente nei mesi e negli anni che precedevano la campagna- ganassa), competenti (l’art direction è veramente mal impostata! l’obiettivo sarebbe anche comunicato ma il tutto non funziona! – Foxyanne / Rossana; 1. La faccia non si copre e la superbia dello sguardo indispone. 2. Se ti giochi un messaggio in poche parole, per chiarezza non metterei due contrari (lavoro, disoccupazione); la prima frase è superflua (o la seconda, a scelta). 3. Graficamente anonimo, scritte piccole, dubito si riescano a leggere mentre ci si passa davanti in auto, risalta solo il messaggio in giallo, che di fatto vuole dire tutto e niente. – Leonardo Leiva).
Questi, e molti altri, i commenti dei cittadini connessi. Il mix fra competenze professionali, passionalità, riconoscimento e presa di distanza… La Rete è un contesto ricco, dove accanto alla superficialità di alcune conversazioni troviamo la possibilità di confronto competente. Comulativamente competente, nella sua capacità di messa in connessione delle intelligenze (come delle stupidità).
Ma la cosa interessante è che possiamo trovare in chi risiede la voglia e la passione di confrontarsi ed esporsi in pubblico, di analizzare e di consigliare, di de-costruire ma anche di progettare. La voglia di fare comunicazione pubblica in pubblico.
Questa, in poche parole, è un’altra Italia. Provate a tenerne conto.
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