2 agosto

Per chi vive dalle mie parti il 2 agosto è un giorno legato a ricordi sempre – in qualche modo – personali. C’è, infatti, continuamente qualche racconto sulla strage di Bologna che ti attraversa la vita snocciolato da qualche amico, parente o conoscente che ha sfiorato le storie delle vittime o dei sopravvissuti o che ti riporta a quel sabato spiegandoti perché, col biglietto già comprato, non è riuscito a partire o ha preso l’autobus successivo per andare in stazione perché si era dimenticato il portafogli in casa saltando l’appuntamento con le 10.25.

È il nostro 11 settembre. Noi che da adolescenti abbiamo vissuto l’inquietudine e la paura degli anni di piombo e abbiamo capito, quel giorno, che nessuno era inviolabile. E non si tratta di pensare al “destino”, a quei momenti che fanno da sliding doors per cui l’improvvisa voglia di un caffè ti fa uscire dalla sala d’attesa e la tua vita prende una piega diversa: sopravvivi. Siamo tutti stati segnati da un “destino” comune, la perdita dell’innocenza in un paese in guerra con sé stesso in cui eravamo tutti potenziali vittime. E noi, noi adolescenti, ci sentivamo così: potenziali vittime.

Come ha scritto con straordinaria lucidità Michele Smargiassi su La Repubblica:

… non è neppure il caso che accomuna davvero i sopravvissuti del 2 agosto: è peggio. È la volontà cieca di un progetto omicida senza vittime designate. Perfino i bombardamenti a tappeto prendevano di mira un “nemico”, fosse pure inerme e civile. Ecco invece cosa hanno in comune le vittime del terrore puro: un assassino indifferente. Solo questo. Una fredda volontà di annientamento senza bersaglio è ancora più terrificante di un progetto genocida: chi lascia che sia la sorte (un panino, un gelato…) a scegliere tra sommersi e salvati non vuole ammazzare nessuno in particolare, ma vuole uccidere tutti in generale, vuole sterminare tutta quanta l’umanità.

Siamo dei sopravvissuti di quei giorni.

Per non dimenticare e tenere viva la memoria La Repubblica ha lanciato una bella iniziativa chiedendo ai suoi lettori di raccontare quel giorno, a cui si aggiungono online i commenti che estendono la narrazione aiutandoci a ricostruire la memoria nazionale attraverso quelle individuali e il mood di quei giorni.

A trent’anni da allora lo Stato ha deciso di non essere presente alle commemorazioni. Un modo come un altro di non stare dalla parte della Storia.

3 pensieri riguardo “2 agosto

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