I giovani, Facebook e la sifilide

Dai dati di una ricerca di Save the Children Italia riportata dai media in questi giorni in occasione del convegno “Adolescenti, sesso, internet e tv: comportamenti virtuali e rischi reali” della Società Italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) scopriamo che:

Il web è ormai nella nostra vita, una realtà che diventa una minaccia se a farne uso sono numerose teenager le quali condividono foto e video a sfondo sessuale in cambio di miseri regali come ricariche telefoniche, denaro e oggetti di altro genere, purché siano utili a farle mettere al “passo” con le loro amiche

Si tratta di pratiche che vengono attribuite al 14% dei giovani italiani tra i 12 e i 19 anni, con un bilancio del 10% di under 15. Non avendo trovato nel sito di Save the Children la ricerca prendo per buoni i risultati ma sarei curioso di conoscere il campione, la metodologia e il tipo di domande fatte. Tutte cose che “costruiscono” questo risultato e ne determinano il senso.

Dati che metterei in relazione con quelli Eu Kids Online, relativa alle esperienze d’uso di genitori e figli e alle opportunità e rischi di internet per i minori (9-16 anni) in 25 paesi europei di cui ho già parlato su Apogeonline.

Negli ultimi 12 mesi, il 15% dei ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 16 anni (il 3% dei coetanei italiani) ha ricevuto da coetanei “messaggi o immagini a sfondo sessuale” e il 3% (il 2% in Italia) ha riferito di aver inviato o pubblicato online messaggi di questo tipo. Fra quanti hanno ricevuto tali messaggi, circa un quarto dichiara di esserne stato infastidito. La metà di quest’ultimi inoltre, ha riferito di essere rimasto abbastanza o molto turbato da quest’esperienza.

Se si tratta dello stesso web c’è qualcosa che non torna nelle due ricerche.  Pur tenendo conto di una forbice diversa di età. Ma non è questo il problema, potete farvene voi un’idea.

Proviamo a vedere come il dato viene usato ed interpretato nella costruzione dell’opinione pubblica da Emilio Arisi, consigliere nazionale Sigo, che commenta:

La soglia del pericolo è più bassa nei ragazzi che trascorrono ore in rete scambiandosi messaggi, foto o video ad alto contenuto erotico. La nostra pratica clinica ci conferma quanto emerge da diverse indagini internazionali: gli adolescenti usano sempre meno precauzioni, con un aumento di gravidanze indesiderate ma, soprattutto, di malattie sessualmente trasmissibili. Un esempio in tal senso arriva dalla Gran Bretagna, dove si è riscontrata una forte correlazione tra le aree in cui Facebook è molto popolare e il numero di persone affette da sifilide.

Tema serissimo. Anche se riguardasse una percentuale minima della popolazione giovanile, o diversa: le due ricerche offrono differenze troppo significative. Onestamente, però, non ho trovato elementi per una possibile generalizzazione, per dire: tutti i giovani… o per mettere in relazione un fenomeno come la sifilide e la diffusione di Facebook (e i cellulari o le lavatrici?). Il che significa che trovare anche modi di informare, prevenire ecc. diventa complesso.

Una corretta conoscenza dei fenomeni significa una corretta individuazione di forme di supporto. Il resto è costruzione di un immaginario illusorio che non fa bene al dibattito pubblico.

4 pensieri riguardo “I giovani, Facebook e la sifilide

  1. L’unico dato certo è la superficialità degli articoli citati. Del resto, compaiono su pubblicazioni che non sono propriamente sicuri punti di riferimento per il panorama scientifico 🙂

    1. Concordo sulla superficialità e la natura non-scientifica delle pubblicazioni che ho usato per raccogliere materiale presente in altre pubblicazioni e quotidiani… ma i dati riportati e le dichiarazioni virgolettate restano. Voglio dire: comunque una ricerca dà quei risultati e il consigliere nazionale Sigo ha fatto queste affermazioni pubbliche 🙂

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