A volte occorre fermarsi e riflettere. Quando il campo su cui fai ricerca si modifica con una velocità che associa dimensione tecnica e forme sociali, come sta oggi accadendo alla Rete e alle cose che attraverso di essa si ripercuotono con forza nella realtà, sotto forma quotidiana , straordinaria o rivoluzionaria, fermarsi a pensare ai metodi di lavoro, farlo collettivamente, miscelando vecchie e nuove generazioni di ricercatori, diventa uno stato di necessità.
È con questo spirito che abbiamo pensato assieme ad alcuni colleghi di altre università la summer school MeRIS che affronta gli sviluppi in campo teorico e metodologico all’interno degli Internet Studies.
In questa prima edizione, nata dal bisogno di aprirci e confrontarci, di coinvolgere dottorandi e giovani ricercatori che partono da domande di ricerca specifiche e che possono rappresentare sfide metodologiche, affrontiamo tre ambiti di discorso: produzione e consumo, giovani e Internet e partecipazione online. L’alternanza fra mattinate di discussioni sui problemi della ricerca e i pomeriggi di presentazioni dei singoli progetti dei partecipanti, ci è sembrato garantire il giusto mix per integrare storie di ricerca diverse attorno a temi comuni.
In particolare io e Luca tenteremo di fare il punto su una serie di prospettive e problemi aperi della ricerca sulle forme di partecipazione online e civic engagement.
Vi lascio qui un sommario del nostro discorso, poco più di una traccia per quattro ore di conversazione aperta.
Le forme della partecipazione civica hanno ritrovato negli ultimi anni una centralità all’interno del dibattito sociologico contemporaneo. Tale centralità è anche legata all’intersecarsi delle forme di partecipazione con lo scenario mediale contemporaneo che, in particolare nelle sue forme digitali, permette il realizzarsi di pratiche comunicative connesse che ridefiniscono le frontiere delle forme di partecipazione possibile. Ricollegandosi alle analisi habermasiane sulla sfera pubblica (Habermas 1987, 1992) ampia parte della riflessione sociologica contemporanea tenta di capire quali siano i confini di questa nuova sfera pubblica in relazione alle possibilità espressive e di propagazione dei media, con particolare attenzione ai media digitali (Dahlgren 2009, Papacharissi 2010, Boccia Artieri e Rossi 2011). Si tratta in quest’ottica di osservare, da un lato, l’evoluzione dello sfondo mediale di riferimento della società, con la dimensione mainstream raggiunta dalla rete (Mazzoli 2009) e, dall’altro, cogliere le dinamiche di engagement che in questo nuovo contesto vengono a generarsi.
L’intervento, partendo da questa duplice necessità, si articolerà attorno a due momenti. In un primo momento verranno analizzate le conseguenze teoriche della ridefinizione – operata in particolar modo dalle tecnologie digitali – della sfera pubblica e delle sue possibilità. In un secondo momento si osserveranno alcuni casi concreti che – partendo da ricerche in corso – cercheranno di rendere evidenti momenti di emergenza di forme nuove nelle dinamiche partecipative.
In particolar modo, lavorando sull’analisi delle forme di partecipazione politica su Facebook e sulle forme di partecipazione più ampia che è possibile osservare su Twitter, si cercherà di mostrare come sia i tradizionali attori mediali che gli utenti operino oggi delle vere e proprie strategie di possesso ed appropriazione degli spazi comunicativi digitali (Rossi et al. 2011, Magnani et al 2011) e come tali strategie possano essere osservate attorno a due forme distinte: User Generated Content e User Distributed Content (Vili 2011). Nella dinamica tra queste pratiche emergono forme nuove che mostrano la consapevolezza dei pubblici connessi (Boccia Artieri 2011), delle possibilità offerte dalla connessione stessa: dalle forme di viralità dei contenuti alle azioni coordinate per imporre uno specifico Trending Topic su Twitter.
Nel corso della relazione saranno anche affrontati gli aspetti metodologici connessi alla ricerca sociologica su queste evoluzioni del panorama di “engagement possibile” andando a trattare da un lato sia gli approcci più di natura etnografica e qualitative che dall’altro le forme di analisi quantitativa dei dati UGC.