Stiamo imparando ad abitare una realtà in cui i nostri stati di connessione online si intrecciano agli accadimenti quotidiani in modi sempre più pervasivi e consistenti. Se abbiamo giocato ad esempio su Twitter commentando in tempo reale i nostri programmi Tv preferiti (o meno) o gli ultimi rumors sulla politica nostrana ci siamo scontrati prima con il terremoto de L’Aquila e oggi con quello dell’Emilia che ci ha messo di fronte alla nostra umanità connessa e alla potenza di diffusione delle informazioni di fronte ad una crisi, in un territorio come la Rete in cui, in Italia, le istituzioni sono ancora troppo assenti.
In queste giornate avrei voluto leggere meno #protezionecivile e più @protezionecivile. Avrei voluto cioè la presenza di un account ufficiale della Protezione Civile che raccogliesse attorno a sé l’energia della comunicazione re-tweettata dei cittadini e potesse convogliare la spinta di ctatdinanza attiva che ho visto scorrere nella mia timeline e lungo l’#hashtag #terremoto. E sappiamo quanto sia strategico gestire le forme online di comunicazione attraverso i social network nei momenti di crisi. Le esercitazioni sui social network su un possibile terremoto nella California lo hanno testato.
Stiamo crescendo. Cresceremo digitalmente. Intanto allora dobbiamo chiederci: come possiamo in quanto utenti dare una forma attiva alla nostra presenza sui social network in una forma che sia eticamente responsabile?
Ho accettato così la sfida di Elisabetta di stendere assieme un “decalogo” per l’uso di Twitter in caso di crisi, raccogliendo anche molte delle istanze che circolavano su Twitter e sistematizzandole. Non prendetela come una prescrizione ma solo come il frutto della nostra esperienza connessa per come abbiamo vissuto le cose su Twitter in queste giornale attorno al #terremoto.
- Tieni libero l’#hashtag della crisi per le comunicazioni veramente importanti. Dimentica per un po’ il self-branding.
- Prova a frenare l’emotività e a riflettere su quello che pubblichi.
- Fai retweet delle comunicazioni dopo averle verificate. Spesso basta fare qualche facile ricerca in rete.
- Non diffondere contenuti allarmistici. Le parole hanno un peso: usale con cura.
- Impara a distinguere le opinioni dai fatti. Per le opinioni c’è tempo.
- Cura le informazioni che leggi. Insegna agli altri come distinguere i contenuti e ricerca i canali ufficiali evitando i “si dice”.
- Condividi le informazioni utili per il primo soccorso e per l’organizzazione degli interventi.
- Se sei un brand o un personaggio famoso metti a disposizione il tuo profilo per messaggi che è importante diffondere.
- Dimentica Twitter e i social network: pensa anche a che cosa puoi fare di concreto per la crisi che si sta attraversando.
- Aiuta i media a diffondere le informazioni corrette e fai in modo che si parli “di quello che succede sul web” solo perché è stato concretamente di aiuto.
BRAVIIII…..
Il decalogo si sposa perfettamente alla “lotta” che ho dovuto fare ieri sui SN per smentire l’emergenza sangue da terremoto. Aggiungerei una voce (sintesi di 2,3 e 4) del tipo “parla solo se conosci l’argomento” 🙂
“Parla con competenza” mi sembra molto corretto
[…] In questo post le ragioni di questo decalogo che, per quanto ci riguarda, condividiano a pieno initCommentBox("commentsForm","commentsList",""); […]
Ne vedrei meglio una versione condensata in un pentalogo che rispecchi il messaggio “mettiti al servizio, sii oggettivo, cura, aggiungi valore, concretizza ed evangelizza”.
Concretamente, questo si può tradurre con:
– Metti il tuo account e le tue connessioni al servizio della rete: dai priorità alle informazioni veramente importanti
– Separa le opinioni dai fatti : le informazioni di servizio devono essere oggettive
– Cura e verifica i tuoi contenuti, quindi aiuta gli altri a verificare i loro
– Contestualizza informazioni di servizio
– La comunicazione non deve sostituire gli aiuti materiali
Una sintesi efficacissima 🙂
E pensare che normalmente sono di un prolisso… 🙂
Reblogged this on pepp8.
[…] che si parli “di quello che succede sul web” solo perché è stato concretamente di aiuto. https://mediamondo.wordpress.com/2012/05/30/twitter-negli-eventi-di-crisi-un-decalogo-a-quattro-mani/ Share this:EmailLike this:Mi piaceBe the first to like this post. By carlofavaretti, on 30 maggio […]
Mi piace questo decalogo. Da quando sono su twitter, pochi mesi, l’esempio più clamoroso di notizia non verificata è stata quella su Rossella Urru. Lho trovato davvero inconcepibile. E’ un mezzo, questo, utilissimo, che permette di diffondere le notizie in maniera capillare; ma nell’usarlo, soprattutto in situazioni drammatiche come quella del terremoto, bisogna tenere attivo il cervello.
Forse è proprio quando partecipiamo ad eventi di diffusione di false notizie che cominciamo ad imparare… La nostra competenza della connessione è in fondo molto giovane…
[…] Ne parlerò nel prossimo post, per non trasformare questo in un romanzo. Intanto vi segnalo un decalogo da usare in caso di […]
[…] Twitter negli eventi di crisi: un decalogo (a quattro mani) ::: I media-mondo […]
[…] RAI, e dall’altro lato l’ingorgo di Twitter che ha creato la necessità di scrivere un decalogo sul suo utilizzo negli eventi di crisi anche a causa di speculazioni tanto dannose quanto inutili […]
[…] In questo post le ragioni di questo decalogo che, per quanto ci riguarda, condividiano a pieno Written by admin Posted in Senza categoria […]