Alla fine mi ha scritto il marito. La email campaign di Hillary Clinton

Dopo le sue molte mail di invito a cena e le richiesta di incontro, dopo avermi fatto scrivere diverse mail dalla sua amica Jennifer… alla fine mi ha scritto il marito.

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La email campaign di Hillary Clinton è fatta di contatti quasi quotidiani – oltre un centinaio  da maggio -, spesso usando nell’oggetto e nel testo un tono confidenziale, come per la raccolta di donazioni “dal basso”.

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Ha condiviso eventi importanti, come la legalizzazione del matrimonio omosessuale in USA, usando un linguaggio emotivo.

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Talvolta ha lasciato che a parlarci fosse l’account Official Clinton Campaign, per quelle componenti di campagna che passavano dal rapporto personale – quello del “friend” – al “noi” da sostenitori, collettivi, della campagna. Come per l’acquisizione della “Supporter Card”.

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Sempre senza rinunciare al linguaggio amichevole da social media, strizzando l’occhio all’uso (eccessivo) di emoticon, come nello scambio di messaggini – per capirci, l’oggetto della mail era:

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O come nel caso del “Donor Wall” in cui in cambio di una donazione è possibile avere il proprio nome scritto sul muro del quartier generale della campagna.

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Una sincronizzazione continua con la vita, con le mail di Hillary che parlano della festa della mamma, del ritorno a scuola o che ci raccontano direttamente le motivazioni dell’uso della mail personale da segretario di stato,- cosa che potrebbe crearle dei guai – condividendo prima con noi che con i media il suo punto di vista.

La email campaign ha il fondamentale ruolo di far funzionare il fundraising – a partire da 1 solo dollaro – creando una forte relazione diretta con il sostenitore o la sostenitrice. Fuori dalla retorica del “noi”, Hillary crea un rapporto diretto, amichevole e confidenziale, un rapporto caratterizzato da un senso di intimità rispettosa “Friend, I wanted you to hear this directly from me”.
Un rapporto che si costruisce già a partire dal nome del mittente e dall’oggetto che ti compare nel flusso di email spesso spiazzandoti. Perché, vi assicuro, che quando vi arriva una mail con oggetto “Dinner: you and me?” fa effetto.

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