È attivo da pochissimo il sito Immuni, il cui claim si inserisce nel mood della ripartenza:

Ripartiamo insieme

Tornare a vivere normalmente è possibile.
Immuni ci aiuta a farlo prima e senza rinunciare alla privacy.

Una nota positiva è che la diffusione della app è preceduta dalla validazione del Garante per la protezione dei dati personali in termini di proporzionalità e da consigli relativi alle informazioni da dare agli utenti – in termini di “funzionamento dell’algoritmo di calcolo utilizzato per la valutazione del rischio di esposizione al contagio” e di “del fatto che il sistema potrebbe generare notifiche di esposizione che non sempre riflettono un’effettiva condizione di rischio” – unitamente alla possibilità di temporanea disattivazione.

Una nota negativa è che la diffusione del sito non è sincronizzata con la scaricabilità della App…

… e che anche i materiali informativi sembrano avere qualche problema:

È ovvio che quando produci un contenuto come queto l’attenzione è alta sin dai primi minuti e che no, non si tratta di cittadini o esperti di comunicazione sempre pronti a criticare ma che la credibilità di operazioni rilevanti come queste passano anche dall’attenzione ai “dettagli”, come quello che se esiste una sezione per scaricare l’app allora forse dovrebbe essere attiva da subito. Anche perché il prodotto finale del sito è la app “Immuni” e l’obiettivo è di farla scaricare e usare a più persone possibili per renderla minimamente efficace.

Non è “solo” comunicazione è la costruzione di rapporti di fiducia con le istituzioni attraverso la comunicazione.

Update: a un’ora dalla pubblicazione del post l’App si può scaricare. Benissimo, direte, post inutile visto che hanno risolto subito. Ma il senso del post è proprio questo: se potevi “risolvere subito” cosa ti costava andare online nel modo migliore? È vero che dopo un’ora hai messo i pantaloni ma io mi ricorderò di averti visto in mutande.