L’esperienza mediata. L’esperienza mediale.
Un esempio (di Francesco Piccolo) di addomesticamento dell’esperienza attraverso la generazione di una memoria (ho detto memoria?) che la annulla.
Ho incontrato una coppia di Ravenna in viaggio di nozze: erano disperati, perché l’acqua del mare, come avviene nella maggior parte delle coste australiane, era marrone. Gli sposini non riuscivano a rassegnarsi: “lo stesso colore dell’acqua di Ravenna. E adesso cosa facciamo vedere agli amici?”. Così, affittarono un battello, andarono sulla barriera corallina e scattarono otto rullini di fotografie all’acqua trasparente . Eliminarono la realtà, insomma. A volte immagino che decine di coppie siano poi partite da Ravenna verso l’Australia per cercare quella stessa acqua vista in foto: e che, non trovandola, abbiano continuato a barare riportando immagini fasulle.
Essere presenti all’evento e preoccuparsi della sua memorizzazione, di come trasmetterlo medialmente ad altri, del metterlo in narrazione… senza l’impegno di doverlo vivere. Esistere nel qui ed ora per raccontarlo come un altrove altrimenti. Pensare l’esperienza in funzione di come gli altri (e noi stessi nel tempo) l’osserveranno e montare la propria esperienza elimenando le esperienze venute male.
sì, hai detto memoria. ma perché di memoria qui ce n’è veramente POCA (quasi nulla direi).
un commento ordinario, non proprio da sociologo: ma sono proprio messi male, secondo me (anche perchè vanno in Australia per fissare il mare). povero Chatwin. R.
ormai oggi non viaggia piu nessuno. Dico viaggiare nel senso pieno del termine. Oggi ci si sposta. Tutti fanno lo stesso viaggio standard proposto dalle agenzie, e quindi le stesse foto, anche fasulle se del caso.
Siamo progressivamente narcotizzati, le sorprese sono pericolose.
E’ vero che ci sono modi e modi di viaggiare. Difficile però anche dire che cose cme questa non siano esperienze. Il vero problema è: come si trasforma oggi l’esperienza? Che direzoni prende? Di quali mezzi ha necessità? Quali forme assume la narcosi di narciso (vedi, se si ha volgia, McLuhan)? Soprattutto mediale.
L’esempio riportato è del tipo: all’esperienza si sostituisce l’esperienza dell’esperienza di viaggio, con buona pace di Chatwin o forse anche per colpa sua che ha tradotto il suo viaggio in una narraione di esperienza el viaggiare, e di tutti quelli come lui, a partire da Slagri che non si muovevano di casa ma parlavano del remoto.
certo anche una vacanza in un viaggio turistico è “un’esperienza”, ma non credo c’entri molto col viaggio. Che è soprattutto credo il mettersi in gioco, perché in un viaggio vero non esiste la pianificazione di tutto e bisogna quindi affrontare l’ignoto, che è in fondo il bello del viaggiare.
Ma viaggiare oggi è un privilegio per pochi facoltosi che hanno soprattutto TEMPO. Oggi viaggiano tutti, in teoria, ma che esperienze fanno?