Quando pensavo che le azioni hacker sui siti rilevanti avessere perso mordente ecco comparire sul sito delle Nazioni Unite, nella sezione dedicata alle dichiarazioni del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon, un messaggio contro la politica di Israele e Stati Uniti (via BBC news): “Hey Ysrail and Usa dont kill children and other people Peace for ever No war.”
Questa azione, che si autodefinisce di cyberprotesta, suscita oggi una media attenzione (non sono molti i feed di news che la trattano), anche in rete. La sua presenza interstiziale tra i discorsi del segretario generale ha prodotto la caduta delle pagine (che permane ora mentre scrivo ma che credo verrà risolta in un breve tempo).
Se l’attenzione mediale non è altissima per queste operazioni all’epoca del web 2.0, se l’efficacia dell’hacking politico sembra perdere colpi sotto l’egida della realtà social, mi chiedo: quali forme la cyberprotesta può assumere per essere 2.0? Oppure: è necessario che lo sia?
Di recente su Flickr c’e’ stata una protesta contro quella che alcuni utenti hanno definito censura di alcune tipologie di immagini. Una protesta che per manifestarsi ha fatto dunque uso della piattaforma stessa contro la quale si intendeva protestare. Credo cmq che le forma collettive di protesta organizzata saranno sempre meno e meno efficaci in futuro. Esisteranno peró le scelte individuali che aggregate e rese visibili in modo automatico potranno essere lette come forme di protesta auto-organizzate.
@FG credo che il punto sia proprio questo: la capacità che il “nuovo” web ha di relazionare percorsi individuali in forme di visibilità collettiva.
Confesso una certa delusione nei risvolti che stà prendendo la rete, in termini “sociali”.
Ho impressione che anche la “nuova” frontiera sviluppatasi all’interno dell’ultima frontiera che è la rete, si stata colonizzata dal corporativo, dal business-driven e dal politically correct.
Che un’eventuale aumento del “white hacking” possa portare benefici anche alla social community globale, come da sempre è stato per molte realtà più verticali e specifiche del mondo tecnologico ??
@Daniele: una volta si parlava di hacking sociale… sembra sparito, ma forse ha solo necessità di rendersi più trasparente e visibile.