San Paolo NoBrand

Contro la brandizzazione del mondo una legge municipale in vigore dal 1 gennaio 2007 fa sparire manifesti e loghi dalla città di San Paolo (commenti – entusiasti – e foto su São Paulo No Logo, ma in generale troviamo anche dissensi di commercianti e consumatori).

Cade così una solidarietà nata con il ‘900 e le basi della società dello spettacolo: quella tra città e comunicazione. La funzione dell’affiche nella Parigi capitale del XIX secolo non è accessoria ma fondante. Sono le basi dell’immaginario contemporaneo sincronizzato con un mondo dei consumi che si sviluppa. E’ il capitale a un tale grado di accumulazioen da farsi immagine.

La città si svuota di segni, si sottrae di comunicazione che è architettura (un commento entusiasta di Renzo Piano qui e una più equilibrata di Patrick Burgoyne qui). Sottrazione che ingrigisce la vita o sottrazione che pulisce la mente?

Comunque sia non si tratta solo di un’operazione di ecologia visuale, di riappropriazione visiva  e mentale della città (anche se la visibilità del vuoto, il segno del sottratto è disarmante). Si tratta di una mutazione dello sguardo panoramatico della modernità, di ridefinizione della nautra visuale dei consumi, insomma di un’operazione politica che sottrae immagine-immaginario esterno, esposto, alla città: per collocarlo dove?

2 pensieri riguardo “San Paolo NoBrand

  1. avevo letto su D di Repubblica di questo fatto, ma scioccamente non c’era nessuna figura… pensavo che la cosa più interessante fosse vedere l’effetto visivo di questa piccola rivoluzione urbana, quindi grazie del contributo.

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