6 pensieri riguardo “Farsi manga

  1. Forse oltre il tema dell’ibridazione c’è l’argomento molto complesso dell’identità. I personaggi dei manga, infatti, sono giovani con gravi difficoltà sociali, relazionali e più profondamente psicologiche. I fumetti occidentali non presentano tante e tali complessità. Per questo motivo i giovani, spesso esclusi dalla società adulta, si identificano nei personaggi “diversi” dei manga.

  2. Ciao Vanessa, anch’io sono una appassionata di manga e anime. Le tue riflessioni mi sembrano molto interessanti e aprono uno squarcio su un mondo quasi ignorato.

  3. Ciao Aika, che bel nome! Grazie per i complimenti, ma in verità molte idee circa la cultura pop giapponese le ho tratte dalla lettura di alcuni libri e articoli. In particolare, l’idea della repressione sociale giovanile l’ho tratta da un formidabile articolo dello studioso Cristiano Martorella. Infatti, credo che egli sia stato il primo a trattare questo argomento. Cfr. Cristiano Martorella, Yokuatsu. Repressione e giovani, LG Argomenti, n. 2, anno XL, aprile-giugno 2004, pp. 71-75.
    Anch’io ritengo che nella società contemporanea ci sia una forte repressione dei giovani che sono esclusi dal mondo lavorativo e dalla politica. Spesso la gioventù viene descritta dai giornalisti della carta stampata come deviante, peccaminosa, senza valori, ma non si analizza mai la reale condizione dei giovani nella società contemporanea.

  4. La sovrapposizione di reale e virtuale si è fatta molto forte nella nostra società contemporanea. Restando nel tema della cultura pop giapponese, possiamo trovare molti esempi di ciò nei vari fenomeni di successo che conquistano milioni di appassionati. Un caso clamoroso è costituito dalla cantante virtuale Miku Hatsune, chiamata anche vocaloid, contrazione di vocal android, un personaggio creato al computer che riscontra tanto successo quanto una vera cantante in carne e ossa.
    Dunque, il virtuale si sovrappone al reale senza più alcuna discontinuità.
    Saluti da Aika

  5. Carissima Aika, il caso della vocaloid Miku Hatsune mi sembra perfetto. Questo è l’esempio clamoroso come si sovrappongano i fenomeni commerciali e il merchandising con l’iniziativa spontanea e amatoriale. Ormai Miku Hatsune non appartiene soltanto a una azienda particolare, ma è diventata una creazione anche dei suoi fan. Gli appassionati compongono canzoni per lei, e disegnano manga doujinshi. Così si intersecano le attività degli utenti che non sono più spettatori passivi, ma i creatori stessi di questo fenomeno mediale.
    Grazie Aika per l’ottimo suggerimento.

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