Il 38% degli adolescenti rifiuta la richiesta di amicizia della propria madre su Facebook e il 16% la accetta riluttante solo per avere il permesso di iscriversi. Si pone il problema di come controllare da vicino le azioni e i comportamenti dei propri figli e dei loro friends online, in particolare su Facebook che, come abbiamo visto, è il luogo eletto dai giovani italiani come residenza fissa in Rete. Come genitori ci possiamo impegnare costruendo un rapporto di fiducia fatto di conversazioni, litigi, strategie di controllo sagge o irritanti. Strategie che rientrano nel mestiere quotidiano dell’essere genitore. Oppure delegare a forme automatizzate, come i parental control applicati ai social network, capaci di avvertirci se esiste il sospetto di infrazioni, il rischio di bullismo o di molestie sessuali, se le conversazioni trattano di tematiche pericolose, di droga, di suicidio. Ed è possibile farlo senza essere iscritti su Facebook, senza conoscerne le logiche, i linguaggi, le dinamiche, lasciando, semplicemente, che un software ci segnali le cose che “lui” ritiene pericolose per i nostri figli. È sempre rischiosa la delega al controllo senza la comprensione del contesto, soprattutto se noi genitori non siamo educati a gestire sistemi come questi, e non dico dal punto di vista tecnico, ma emotivo e comunicativo. Ogni segnalazione va infatti anche interpretata e il controllo non può essere altro se non collaborativo con i propri figli e rappresentare un momento di crescita di una cultura comune sul come gestire la propria esistenza sul web. Prendiamo ad esempio un programma ad hoc per Facebook come ZoneAlarm SocialGuard – potete guardare il video che ne spiega il funzionamento – che si concentra su alcuni principali compiti. 1) Avverte se ci sono parole preoccupanti usate nei messaggi privati, negli status update e nei post sul wall. 2) Avverte se qualcuno che potrebbe essere uno sconosciuto cerca di interagire con tuo figlio. 3) Segnala gli amici che sono più vecchi di quanto affermano o che si spacciano per ragazzini. 4) Cattura i link pericolosi inviati nei messaggi privati, negli aggiornamenti di status e nei post. 5) Monitora i link postati dal proprio figlio su Facebook segnalando contenuti collegati a sesso, violenza, droga, ecc. Il software va installato sul computer che viene utilizzato dai propri figli ed è necessario che loro accettino di usare l’applicazione SocialGuard su Facebook, consentendo quindi di essere controllati. Possono anche disabilitarla in qualsiasi momento, quindi serve la loro piena collaborazione. Inoltre le segnalazioni di allarme vengono spedite sia al genitore (che non deve avere per forza un profilo Facebook ma una semplice casella mail), che al figlio. In questo modo il controllo si trasforma in un atto di educazione al rischio e di auto-controllo. La responsabilità viene divisa fra genitori e figli e abbiamo una trasparenza dell’intero processo nella famiglia. Parafrasando Cory Doctorow, giornalista, scrittore e blogger, molto attento ai temi della sicurezza online e dei diritti digitali: “Il più potente meccanismo che abbiamo per rendere sicuro lo stare in Rete dei nostri figli è che siano loro stessi a prendersi cura della propria sicurezza”.