Il CPE, contratto di primo impiego, istituzionalizza il precariato. Di fatto non fa altro che dichiarare e rendere esplicita una condizione che caratterizza il rapporto tra giovani (e non) e mondo del lavoro.
I media accusano spesso gli studenti francesi scesi nelle piazze di arcaismo, di incapacità di leggere i contenuti di flessibilità che caratterizzano la mondializzazione, di ripegamento su se stessi, di anti modernismo.
Ma come, nell’epoca della contingenza (tutto è sempre possibile altrimenti) questi vogliono certezze?
In realtà più che avere risposte mi sembra pongano domande sul futuro.
Come pensiamo di trattare l’incertezza del futuro nella nostra società?
E Parigi brucia, ancora.
forse più che domande sul futuro, disagio per il presente…
dove tutto è messo in forse, gli studenti sono creature precarie e labili , indefinite, insomma, folle di ragazzi in fila per iscriversi a scienze della comunicazione in fondo cosa sono? futuri comunicatori? (!!!!…) sono come fiat che non si sa bene se valgano qualcosa messe lì in una concessionaria in bella visione in vetrina… molte saranno solo discreti motori infagottati da una scarsissima carrozzeria… poi ogni tanto verrà fuori anche la barchetta… per quel che vale…
forse più che domande sul futuro, disagio per il presente…
dove tutto è messo in forse, gli studenti sono creature precarie e labili , indefinite, insomma, folle di ragazzi in fila per iscriversi a scienze della comunicazione in fondo cosa sono? futuri comunicatori? (!!!!…) sono come fiat che non si sa bene se valgano qualcosa messe lì in una concessionaria in bella visione in vetrina… molte saranno solo discreti motori infagottati da una scarsissima carrozzeria… poi ogni tanto verrà fuori anche la barchetta… per quel che vale…