3 febbraio 1957

Ha mezzo secolo Carosello, e gli anni si sentono tutti.
Questa anomalia tutta italiana ha sfornato pezzi di immaginario per tre generazioni e bloccato lo sviluppo dei linguaggi pubblicitari per almeno vent’anni.
Tra cartoni italianissimi e slogan ingenui, jingle mielosi e “scenette” vuote di inventiva ha rappresentato un modo di intrattenere ed informare su un mondo dei consumi che andava pervadendo gli spazi di vita.
Per carità, ci sono anche tante belle idee (qua e là). Carosello è forse uno dei programmi più amati dalla generazione dei 40-50enni.
Ma se si trattasse solo dell’effetto alone della memoria di un tempo “mitico” dove i mulini sono bianchi, i pannolini hanno l’immagine di Pippo l’ippopotamo azzurro e il detersivo lava pulcini neri?
Una cosa è la realtà pubblicitaria, un’altra la funzione sociale del programma carosello, un’altra ancora la capacità di produzione di immaginario.
Proviamo a scindere. Pensiamo anche al brutto di Carosello, fuori dalle ipocrisie.

3 pensieri riguardo “3 febbraio 1957

  1. Ho sempre pensato che carosello sia una di quelle cose con le quali ci autocelebriamo, legittimiamo la nostra italianità buonista. Un disimpegno per non stare “dentro” la società ma nei suoi sogni, nei suoi lustrini. I risultati si sono visti tutti in questi anni.

  2. Sarà che appartengo alla generazione che può avere nostalgia di carosello… ma non ce l’ho. Penso però che la relazione che può avere con le forme della comunicazione e dell’industria culturale marcatamente italiana sia sempre interessante da osservare. Penso all’avanspettacolo, al varietà, ad esempio, ai linguaggi teatrali,agli attori che si sono cimentati con un linguaggio nuovo. A uno spazio televisivo che si è definito a partire da quelli. Credo.
    L’immaginario ha anche una declinazione nazionale e non credo che Carosello non abbia giocato una parte significativa no? Poi sul bello o brutto… che dire?

  3. Sarà che appartengo alla generazione che non ha nostalgia di carosello…
    E’ vero sicuramente che ha creato un immaginario degli italiani (manipolato?), e saccheggiato dalle diverse forme teatro, ecc.
    Non so se gli attori hanno sperimentato un nuovo linguaggio o la pubblicità li abbia buttati nel carosello con il loro linguaggio.
    Certo è che molti brutti prodotti sono stati propinati in particolare ai bambini.

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