Something is happening: Heroes at University

heroes

Ho seguito da dietro le quinte e con interesse questo lavoro del laboratorio di web 2.0 che Fabio e student* (l’uso del * è un omaggio al lavoro sui gender studies) hanno presentato a bologna al femcamp (sul senso della differenziazione del barcamp declinato su tematiche di genere evito ogni commento. Rilancio invece, in puro stile cyber – leggersi Donna Haraway – proponendo: gaycamp, lesbocamp, bondagecamp, priestcamp ma anche dummiescamp, scicomcamp fino al campcamp).

La cosa che mi interessa maggiormente di lavori come questi sui cultural studies è la capacità di mettere in gioco le nuove generazioni che danno vita a culture partecipative per analizzare le fan culture. In pratica in via diretta – fan di un prodotto che analizza le culture dei fan dello stesso prodotto – o indiretta – fan di un prodotto che analizza le culture dei fan di un altro prodotto – è possibile sviluppare una metodologia di analisi capace di mettere in relazione nel profondo meccanisimi di auto osservazione ed etero osservazione. Ad esempio la capacità di osservare tramite le forme del web 2.0 la riflessività è estremamente potenziata nell’essere effettuata da coloro che la praticano.
La via dell’Aca/Fan, Academic Fan, nei termini di Henry Jenkins, che ha implicazioni fortissime sia nei termini della ricerca che del rapporto tra questa e realtà universitaria:

persone che sono sia accademici sia fan, per le quali non è un problema mescolare e integrare queste identità, e che perciò sono in grado di scrivere in maniera più aperta sulle proprie esperienze nel mondo dei fan senza “l’obbligo della difesa”, senza il bisogno di difendere la comunità. Di conseguenza possono prendere in esame le contraddizioni e i conflitti presenti al suo interno, risollevare questioni spinose che abbiamo ovattato nei resoconti precedenti, e ora c’è la libertà di avere un dibattito concreto tra di noi su alcuni di questi temi cruciali.

Se ne parla molto in Fans, Bloggers and Gamers che sto revisionando per la pubblicazione italiana – uno dei motivi per cui io ero a casa e altri al femcamp 😉 .

2 pensieri riguardo “Something is happening: Heroes at University

  1. Sono felice di sapere che qualcuno stia traducendo Jenkins. Purtroppo in Italia l’accesso alla letteratura straniera è davvero limitato e meriterebbe un’attenzione maggiore.
    Mi chiedo solo se per leggere e capire Fans, Bloggers and Gamers non sia necessario passare prima per Textual Poachers…
    Grazie comunque per lo sforzo, che conosco, di tradurre un pensiero così complesso e sfaccettato come quello del nosrto Aca/Fan!

  2. Il volume rappresenta il percorso da Textual Poachers a Convergence Culture e oltre questi.
    Jenkins lo ritiene un suo libro “maturo”: gli è servito per puntualizzare il suo lavoro metodologico, i temi, ecc. In pratica, come saprai -ma lo dico per altri lettori eventuali-, raccoglie articoli, interviste preceduti da un suo commento.
    Un testo personale che, per me, è di grandissimo interesse di lettura per chi fa analisi mediale, per chi fa parte di fan culture, per i cultural studies.

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