7 $ se la compri subito. Una delle tante skin di avatar femminile in vendita su eBay.
La “pelle” conta su questo mondo, perchè da lì passano le occasioni relazionli che sono centrali in SL.
SecondLife rappresenta infatti un nuovo territorio (alcune riflessioni le trovate qui e qui) che rende visibile e percepibile la forma della simulazione. Passando tanto per cominciare dall’Avatar. Quel che sembri conta, cioè sei.
E forse qui sta molta della differenza sostanziale e dell’interesse. Più di altri mondi 3D persistenti e di MMORPG, SecondLife rende immediatamente comprensibile perchè lo si può definire un lifestyle simulator.
La sperimentazione simulata della(e) propria(e) esistenze, di comportamenti, del gioco dei rapporti ecc. in un contesto elettronico condiviso, porta alla diffusione di un’idea di simulazione come “pratica viva” per la socializzazione e l’apprendimento, come valore positivo, conforme alla tendenza che ha la società di privilegiare le variabili antroposociali.
Infatti le attitudini mentali dell’individuo (capacità di memoria, di astrazione, di apprendimento ecc.) e quelle comunicative (abilità linguistiche, attitudine relazionale ecc.) diventano oggi le reali risorse da poter giocare nella società e che la società stessa richiede. Si tratta infatti di qualità che sono compatibili con le logiche guida specifiche di un capitale che si fa sempre più cognitivo e con le nuove professionalità attinenti alla bioproduzione (si pensi ai tanti “operatori dell’immateriale” del terzo settore), dove la materia prima è essenzialmente affettiva e relazionale, al fondo comunicativa, e la vita diventa un mezzo e un risultato della produzione stessa.
E per farlo si comincia dalla progettazione del corpo, magari etero-progetato dai professionisti: gli skinner.
Ma è mai possibile che in un mondo secondo si debbano trovare le stesse logiche dell’apparenza del mondo primo?
Comunque non ho capito bene questo post.
Da un lato c’è la simulazione come pratica viva. Questo è chiaro.
Poi l’aspetto delle relazioni che, se ho ben capito, è l’elemento di appeal che spiega oltre le presenze anche l’interesse del marketing.
Terza cosa l’omologia fra mentalizzazione, cioè accoppiamento, collaborazione dei sistemi psichici con la società nel suo complesso e quindi con le sue derive comunicative (anche SL). Giusto?
Ma quali sono le varianti antroposociali?
E come entra il corpo in tutto ciò visto che la sensibilità in gioco è di tipo tattile, no? E che molto della relazionalità di Second Life, come dici, dipende da come rappresenti te stesso, come immagine che usi da avatar, come corpo?
La cosa interessante per me è proprio la necessità di pensarsi in relazione al sociale in modo “produttivo”. Mi spigo. E’ ovvio che ci pensiamo sempre in funzione degli altri, della società e delle sue dinamiche. Ma in SL questa è una forma di progettazione. Progettazione che puoi anche delegare a pofessionisti.
Ognuno di noi in L è un producer di un progetto comunicativ chea come protagonista l’avatar, se vogliamo metterla così.
Al centro c’è la corporeità come apparenza e come funzioni.
Sei quel che riesci ad apparire: provate a tenere per un certo tempo una forma avatar di default e vederete come ne risentirà l vostra seconda vita!
Come funzioni: SL è: comportamenti comunicativi arrichiti dall’atteggiamento corporeo dell’avatar (ballare, camminare, fare evoluzioni, gesti: tutti programmabili ed acquistabili), forme della corporeità (non è un caso che fare sesso sia una delle forme di socializzazione alla seconda vita) ecc.
a me non appassiona più di tanto la faccenda degli avatar, belli o brutti che siano. E’ solo un aspetto di qualcosa che mi pare molto piu interessante.
Di SL a me interessano soprattutto le dinamiche sociali: cioè vedere come si evolve una comunità in cui tutti, una volta tanto, possono partire ad armi pari. Un’altra cosa interessante è capire se si arriverà e come, a “forme di governo”. Altro aspetto interessntissimo la possibilità di sperimentare lo sviluppo di un’economia alternativa basata sulla “moneta sociale” (dalle teorie di Steiner, Gesell, Pound, H.C. Douglas) e libera dal signoraggio delle banche.
Io “profetizzo” comunque :))) che prima o poi si arriverà ad una ribellione contro “Linden il tiranno”. Si creerà prima o poi una SL globale, magari open source, senza ingombranti padroni a dettar legge. Sull’IP oggi viaggia di tutto, testi, audio, video, musica, ma prima o poi tutto convergerà principalmente intorno alle persone, che sono quelle che in fondo animano la rete.
Beh, bisogna anche vedere come si intende la dinamica della relazione sociale. Siccome da punto di vista della comunicazione dipende da due sistemi viventi che entrano in contatto e si osservano reciprocamente la questione dell’avatar a me non sembra residuale.
residuale no, ma serve per il primo approccio, poi le cose che contano sono altre, come nella real life, almeno spero 🙂
eh, aghost mi sa che speri male… 🙂
da quello che ci sto capendo io, che parlo senza aver mai messo piede di avatar in SL, è che l’immagine conta un gran bel po’. Lo dimostrano le scelte estetiche per costruirsi un avatar persnalizzato, progettato dice Giovanni no? Il che significa che la propria identità, riconoscibilità e “successo” nella comunicazione in SL passa anche per questa immagine di sè che ci si costruisce. Se poi vediamo i criteri estetici – corpi, cioè fisici atletici e dotati, trucco e parrucco (…), look (sempre sexy mi pare)- scopriamo che sono coerenti con i canoni mainstream, diffusi. Anzi ne sono un potenziamento. Poi va bene, sono d’accordo, ci sarà o ci dovrà essere anche dell’altro.
laurag, prova sto benedetto SL :).
Io ho provato, però è una cosa che mi stufa presto perché è macchinosa e inconcludente. Nel senso che giri come un cretino in paesaggi sconosciuti, magari trovi qualcuno con cui scambiare due chiacchiere, sicuro che non lo rivedrai mai piu perchè è un casino capire come rintracciarlo.
Riguardo all’aspetto, è ovvio che sia la prima cosa che colpisca. Ma questo non succedere anche nella real life?