“Il miglior modo per aiutare tuo figlio a non fare un uso sbagliato delle tecnologie, è conoscerle”
E’ questo il claim della campagna pubblicitaria del Ministero delle Comunicazioni targata Saatchi & Saatchi. L’obiettivo dichiarato è “tutelare i minori da eventuali possibili rischi che derivano da un uso non protetto e consapevole delle tecnologie e informare le famiglie che in molti casi non ne conoscono né le potenzialità né i rischi”.
L’operazione è sviluppata attraverso spot tv e campagna multisoggetto focalizzata sul copy che colloca semantiche neo mediali in frasi che giocano sull’inquietudine dei genitori per i comportamenti dei figli:
Ultimamente dalla stanza di tuo figlio escono strane Url.
Quando tua figlia mette il bluetooth, la vedono tutti.
Tua figlia fa spamming. E non in palestra.
Quando c’è la partita, i tuoi figli vanno in streaming
Quello che mi sembra però essere particolarmente interessante è come dietro la sensibilizzazione al controllo sulle nuove forme mediali ci sia l’intento di mettere in connessione le generazioni di genitori e figli (target 9-14 anni) attraverso la conoscenza e l’uso delle tecnologie, di familiarizzare la generazione degli have not alle semantiche dei new media. Un vero e proprio lavoro di media literacy che si consolida attorno al sito Ti 6 connesso che si propone di costruire una community di genitori e figli attorno alle pratiche informative e videoludiche che passano attraverso i new media.