I’m getting bored of Facebook

[YouTube=http://www.youtube.com/watch?v=3ZzP_69ZTFk]

L’uso diffuso e pervasivo del social network Facebook si associa a forme ironiche di manifesto dissenso.

Il peso della continua proposta da parte dei friends di installare applicazioni più che inutili (Sushi: “Send sushi to your friends!”; What’s your kissing style?: “Sweet and sensitive or wild and crazy? Find out!”)  capaci di rendere misurabili affetti ed energie cosmiche (Mojo Meter: “uses smart cosmic calculations to determine your daily energy. Your daily MOJO scores will give you a good indication of how your day is likely to be.”) e di impegnarti in cause di scarsa utilità pubblica (Support “Partying is life!!!: Helping everyone on earth to party bacause somewhere… someplace… people aren’t as fortunate as us… so why not enbrace it and enjoy it…) comincia a farsi sentire.

Eppure la componente di intrattenimento relazionale con il proprio social network è la risorsa principale di questo strumento: sviluppare interessi e rapporti proprio nell’ibridazione utilità/futilità, uso della dimensione fun come potenziale componente “metacomunicativa”, come dire: “Ci sono per te!”, “Ti tengo in considerazione!”. Attraverso quindi anche un disimpegno che si può permettere di costruire relazioni fra ruoli diversi e livelli differenti di amicizia.

Ma la moltiplicazione dei contatti esponenziale si associa oggi alla moltiplicazione delle applicazioni circolanti e che si spediscono praticamente in automatico ai propri contatti quando le si installa per sè. Quello che nella fase iniziale è componente esplorativa del mezzo oggi sembra richiedere una visione etica. Disinstallare, non inviare proposte di applicazioni a valanga, selezionare diventa un imperativo dell’etica della comunicazione nei social network che ridefinirà i confini delle socialmedia relatiosnship.

11 pensieri riguardo “I’m getting bored of Facebook

  1. Video fantastico, mi auguro che un paio dei soggetti che compaiono vengano notati da chi di dovere e sbattuti in qualche sit-com demenziale (in fascia oraria pre-cena).

    L’esempio ricorda molto da vicino quello che succede ad esempio con le catene (maledetto chi inoltra) su Messenger.

    Mail di cui non te ne frega niente nella migliore delle ipotesi e che vedi essere stata inviata ad una mailing list infinita, che consultandola scopri di essere collegato in qualche modo ai fratelli Bonanza e a Crash Bandicoot.

    Deselezionare per selezionare (e selezionare le deselezioni).

    La teoria sul Defollow incombe prepotente.

  2. come in tutte le cose, anche lì serve una misura! se hai un contatto che invia 14 quiz al giorno, 10 likeness, ecc.. c’è il cestino, non solo l’install 🙂
    certo che alcune son carine, ed implementano la parte social, e mi riferisco a cose che sondano gusti musicali, cinematografici & co… ma con un pò di parsimonia e moderazione. sennò anche facebook diventa terreno degli spammoni 🙂

  3. @Thomas: credo che una sana attività/abitudine a praticare la deselezione (come pratica attiva) sia importante. Magari servirebbe un’applicazione che ti ricorda quali cose dovresti disinistallare a partire dall’uso che ne fai nei social network.
    @prezzemola: è vero che basta castinare e anche che molte applicazioni sviluppano la dimensione social. Credo però che l’insofferenza (vedi video) cresca con la perdta di controllo rispetto alle relazuioni sociali che sta sviluppando. Cosa che in amercia sembra essere più frequente che da queste parti.

  4. il video è bellissimo!!!
    personalmente mi sono un po’ annoiato di fb, proprio per il continuo aggiungersi di contatti sconosciuti che propongono di istallare le applicazioni più assurde (e inutili).
    secondo me potrebbe essere uno strumento molto utile, ma dovrebbe essere utilizzato per fini specifici, magari ponendosi un obiettivo di gruppo, senza lasciarsi prendere dalle infinite applicazioni “ludiche”, che finiscono col far perdere la pazienza…

  5. Io sono nella fase intermedia, quella subito dopo l’entusiasmo di quando ci si tuffa e si accetta tutto e dopo aver ricevuto appendici di vario tipo adesso non installo più anche se c’è il timore di offendere chi si affanna a mandarteli più volte…
    Si, bisogna selezionare

  6. Attraverso quindi anche un disimpegno che si può permettere di costruire relazioni fra ruoli diversi e livelli differenti di amicizia

    “Costruire relazioni” mi pare un po’ esagerato. Quelle si alimentano solo all’esterno della scatola stupida di facebook….

  7. @Lapilli: il costruire “relazioni” ha a che fare con la capacità/possibilità di generare capitale sociale.
    Provo a spiegarmi.
    È possibile osservare come le caratteristiche dei social network supportino forme di continuità tra capitale sociale di tipo bridging e bonding, consentendo inoltre di interfacciare attraverso modalità complesse le forme del capitale sociale primario e secondario, gestendo legami astratti e generalizzati, deboli ma consistenti.

    Il meccanismo di reciprocità generato dalle reti sociali nei social media è la dimensione chiave per leggerne le implicazioni. La dimensione “connettiva” propria dei social media non è rilevante perché produce “contatti” ma piuttosto perché implica obbligazione reciproche, costruendo piattaforme nuove del sistema delle aspettative che legano l’aspettativa di Ego all’aspettativa di un Alter generalizzato. Le forme di reciprocità possono infatti essere specifiche, fondate cioè sul do ut des, implicando scambio immediato di valore.

    Oppure generalizzate, secondo logiche di economia del dono – così come spiegate da Marcel Mauss – per cui un appartenente alla rete “dona” (vedi il caso della costruzione di voci in wikipedia) senza aspettarsi direttamente nulla in cambio ma contando sul fatto che la rete stessa genera reciprocità e che quindi porterà l’Altro a fare lo stesso i un altro tempo e (probabilmente) modo.

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