#occupypd

In cerca di un lessico nuovo. Avere le parole giuste permette di organizzarsi e dare un “senso” alle cose che si fanno spinti dall’entusiasmo del cambiamento, dalla necessità di distaccarsi da quanto è avvenuto prima. Credo sia questo uno dei principali obiettivi della convention “Big Bang” alla stazione Leopolda di Firenze. Per questo Matteo Renzi cerca subito di dare un nome alle cose: “il Pd deve essere un partito aperto, una sorta di WikiPd”. WikiPd richiama un’idea di organizzazione eterarchica ed orizzontale che si ispira alle utopie di un web ugualitario con partecipazione diffusa, ignorando un po’ che la legge di Pareto 80/20 aleggia continuamente sulle nostre netizen teste.

Sì, è vero, il clima rilassato e conversazionale che la convention ha è teso a fare emergere idee e progetti che poi andranno riassunti ed organizzati in modo organico. Quindi una forma Wiki che sarà necessariamente etero-prodotta: le persone parlano e scrivono ma qualcuno poi dovrà prendersi la briga di organizzare le idee, anche in un Wiki sul web, magari per poi metterle a disposizione per un dibattito aperto online.

Ma forse il “senso” di un incontro come quello di questi giorni è stato meglio sintetizzato non alla Leopolda ma dentro il web, in una di quelle faticose “conversazioni” asincrone che si sviluppano su Twitter attorno ad un hashtag. Ieri sera era #leopolda.

Seguendo la diretta sul web e commentando Falce73 ha proposto un fulminante nuovo hashtag che rappresenta al meglio il mood di quello che sta accadendo: #OccupyPD.

Dentro c’è un po’ tutto. La volontà di partecipazione ed allargamento, quella di presidiare il mutamento nei luoghi singoli, di farsi realtà diffusa, sparsa, spreadable. Come ho già scritto non è più tempo delle Grandi Piazze, la voce emerge quando diventa rumore diffuso di fondo.

Come ha scritto Civati, cogliendo il senso profondo che ci può essere in un contenuto buzz prodotto dal basso:

Qualche giorno fa avevo parlato di Opa (democratica!) sul Pd. Falce73 su Twitter trova la chiave: è #occupyPD. Lo trovo geniale. Occupiamo il Pd. ‘Costringiamolo’ ad avere coraggio, a cambiare il Paese. Facciamolo, al di là dei politicismi, delle alleanze, dei posizionamenti.

Il dibattito in Rete si accende (basta seguiate lo Storify di Tigella che riprende i Tweet): non basta diventare trending topics (ebbene sì, in pocchissimo #occupypd lo era) cosa fare concretamente?

Giusto. Perfetto. Benissimo. Intanto la capacità di denominare questo momento mi sembra comunque importante per dare “senso” alle cose che verranno.

Un pensiero riguardo “#occupypd

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