Domenica sera a “Che tempo che fa”, Laura Pausini ha raccontato suo punto di vista sullo stare in Rete:
«Io controllo tutto e banno che quelli che parlano male di me (…) Se mi scrivono sei culona, io banno»
Ne è nata una interessante conversazione su Twitter (soprattutto, ma non solo, tra @ezekiel e @svaroschi) sulla libertà di “cancellare” chi ti offende online e sull’atteggiamento delle celebrity che approcciano in una realtà conversazionale non accettando il dialogo.
La mia impressione è che l’esempio personale che ci offre Laura Pausini ci offre due punti di vista connessi ma disgiunti. E non riguardi solo i social network.
Sul lato offese ed insulti restano le regole proprie di un ambiente online che consente di denunciare e sanzionare questi comportamenti.
Approfondendo la relazione tra personaggio pubblico e suo rapporto con fan e non fan in Rete vale la pena leggere quello che Laura Pausini dichiara durante un’intervista a la Repubblica:
la rete è stata una compagnia indispensabile in questi ultimi dieci anni […] Ci ho preso confidenza pian piano; poi ho aperto una community per i fan (sono in 60 mila su laura4u. com) e con loro passo almeno mezz’ora al giorno. Agli esordi avevo un pubblico molto giovane, poi sono arrivate le famiglie. Fino a tre anni fa i fan erano della mia età, adesso quando vado a sbirciare nei loro profili sulla mia pagina Facebook (1,5 milioni di iscritti, solo Vasco ne ha più di me!) mi accorgo che molti di loro sono appena adolescenti. Io do l’amicizia a tutti, come si fa a dire di no?.
Dal suo forum è stato bannato un gruppo di 70 fan che criticavano le sue scelte circa la rimozione di un chitarrista (per dare più spazio, dicono, all’altro che è suo fidanzato) e una segnalazione di plagio di un pezzo del nuovo album. (dettagli anche qui ). Un’operazione che può rientrare nelle personali policy del forum che è di sua proprietà e non è costretta ad accettare pensiero dissidente.
Resta il fatto che casi come questi rendono trasparente le difficoltà di una gestione delle celebrity della propria immagine pubblica in chiave sociale one-to-one. La scalabilità della fandom e la possibilità di accesso alla relazione di un pubblico generalizzato (ad esempio “avversari” fan di altre celebrity ecc.) unitamente alle difficoltà della gestione conversazionale totale creano un contesto dell’essere in pubblico che richiede alle celebrity tecniche di gestione nuove e più complesse da quelle cui erano abituatati. D’altra parte come scrive Marco non tutti i personaggi pubblici si muovo con naturalezza in questo ambiente.
Spesso pensi di avere costruito un bell’acquario che controlli e non ti accorgi di essere in pieno mare.
Le Social Media Policy…queste sconosciute…
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Tutto giusto, Giovanni.
Resto però sempre stupita di come, quando si fanno questi discorsi, si sia sempre molto più pronti a criticare l’azienda o la celebrità che non a sanzionare il singolo individuo che si comporta male (all’interno del contesto stesso, chiaramente).
Certo, i “pesci grossi” hanno più potere, si capisce, però forse la salute dell’ecosistema sta più nel comportamento individuale (e collettivo) dei singoli. E forse non rendiamo a noi stessi un grosso servizio preoccupandoci solo ed esclusivamente dei pericoli dati dal pesce grande, trascurando i danni che può fare il piccolo sul lungo periodo.
Hai pienamente ragione sull’atteggiamento che abbiamo speso sul web di tipo “protezionistico” del tipo “no alla censura”, “pesce grande/pesce piccolo”… e secondo me le cose che cerco di dire valgono sui due lati: anche i fan/pubblico non si rende ben conto di quanto è pubblicamente esposto oppure che la maleducazione o l’insulto non sono una prova di libertà su Internet…. Stiamo crescendo.E diventando adulti dovremi rivedere il nostro concetto di sospetto di censura e di policy (sempre poco conosciute, come scrive Vincenzo)
Caro Giovanni, volevo portare un contributo alla discussione se posso. Come Centro Studi Etnografia Digitale (http://www.etnografiadigitale.it/) abbiamo fatto un’indagine panoramica sulla percezione della Pausini in Rete, un ‘indagine contestuale soprattutto focalizzata sulla rilevanza online del ‘brand Pausini’ e sul tipo di vocabolario che attorno ad esso gli utenti costruiscono. Lo studio è stato condotto su tre Sfere: Facebook, Youtube e i Forum.
Facendo un confronto tra tag cloud è emerso come i suoi fan riproducessero attorno al brand Pausini un linguaggio tutto sommato consono a quello espresso nei testi delle canzoni della suddetta. Nello specifico le parole più ricorrenti erano: bella, bellissima, beautiful, love.
In netto contrasto rispetto a quello che accadeva col ‘brand Belen Rodriguez’. Belen Rodiguez su facebook batteva (questo attorno a Ottobre/Novembre 2011) la Pausini in termini di fan: 1.501.188 (Belen) contro 1.155.083 (Pausini), tuttavia i ‘fan’ di Belen (sia su Facebook, Youtube e Forum), costruiscono attorno al suo nome un vocabolario molto più scurrile: una delle parole più ricorrenti era sì ‘bellissima’, ma associata a epiteti come ‘puttana’ e ‘fondoschiena’.
Ora, alla luce del tuo articolo sarebbe interessate capire se la sobrietà e la stucchevolezza del vocabolario dei seguaci della Pausini deriva da una loro intrinseca bontà d’animo e/o da un’estrema devozione nei confronti della cantante, o al contrario, dal terrore di essere ‘bannati’ dal loro idolo. L’amore di cui è pregno il linguaggio dei fan della Pausini è forse il risultato di un clima di terrore digitale?
Allo stesso modo: la scurrilità e gli insulti pronunciati alla volta di Belen Rodriguez sono favoriti da un suo atteggiamento maggiormente democratico nei confronti della libertà di parola in Rete?
Chi è il l’angelo e chi è il demone tra l’angelo Pausini e il diavolo Belen?
Ovviamente non sto facendo sociologia dei nuovi media ma sto giocando con essa. Tuttavia mi piaceva l’idea di poterlo far qua e a chiosa del tuo bell’articolo : )
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[…] della propria immagine. Laura Pausini però, come mostra efficacemente Boccia Artieri in questo articolo, non sembra essere particolarmente a suo agio con la libertà di espressione in rete: la cantante […]