Ha ragione Massimo Mantellini: è in atto una strategia culturale di delegittimazione della Rete e della sua evoluzione in Italia travestita da atteggiamento (pseudo)critico. L’editoria italiana ha cominciato a dedicare spazi permanenti ad Internet ed alle sue culture che stanno incorporando dosi massicce di quelle posizioni prudenziali, dubitative e di allerta attenzionale che provengono da una tradizione polemista americana che spesso non ha grande seguito in casa (vedi le posizioni di Jaron Lanier che ho già discusso).
Di critica avremmo bisogno. Cioè di uscire da posizioni tecno-entusiaste per partito preso e anche da una certa enfasi messianica che ogni tanto aleggia in qualche rubrica o rivista italiana dedicata alla Rete sempre in ricerca del prossimo guru. Ma quella che ci viene propinata come tale semplicemente non lo è. Come scrive Massimo:
La discussione nostrana fra costi e benefici è una sottile adulterazione del reale, un arzigogolo dialettico un po’ provinciale, ad uso e consumo dei professionisti del “Sì ma…”. Il metodo utilizzato è quello di citare sempre e farsi ispirare solo da quelle posizioni utile alla propria causa. Carr è perfetto, Doctorow nemmeno un po’, visto che si occupa di analizzare rischi e automatismi dei monopoli intellettuali, luoghi sacri dai quali incidentalmente molti di questi opinionisti provengono.
Ah c’è poi da ricordare che la cosa importante è che le riflessioni proposte devono avvenire in assenza di dati – che, invece, sono sempre un buon punto di partenza per descrivere un fenomeno – e attraverso il conforto del pensiero di un autore straniero che, essendo appunto straniero, già di per sé offre un valore.
Trovate così risposte pseudo scientifiche passate come scientifiche al tema “Siamo così presi dal pubblicare la nostra vita su Facebook da dimenticarci di viverla nel presente?”. Tema che, ovviamente, viene posto incorporando la sua tragica risposta. Ti senti come quando accendi la televisione per un approfondimento su un avvenimento e vedi Bruno Vespa con il plastico già in mano.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Per anni abbiamo concepito la libert come assenza di legami in tutti gli ambiti, da quello personale a quello sociale.
[…] che da una parte si prepara a varare l’Agenda Digitale e dall’altra sembra operare una delegittimazione culturale del web attraverso i […]