Twitter oggi: 140 milioni di utenti attivi e 340 milioni di tweet al giorno. Numeri che raccontano come sia, di fatto, diventato dopo sei anni una realtà mainstream. Resta da capire quanti degli utenti attivi producano quei tweet, come nota Vincenzo Cosenza/@vincos (naturalmente twittandolo) – e personalmente vorrei sapere se nel computo ci sono anche i re-tweet o se si parla di tweet puri: capire meglio le pratiche in relazione agli utenti può spiegarci come Twitter entra nella dieta mediale e attraverso quali modalità comportamentali.
Al di là della dimensione di produzione e re-distribuzione di contenuti resta il fatto che Twitter ha generato una realtà di pubblici connessi consistente che fa i conti con social network rilevanti. Se leggiamo i numeri Facebook, staccando tutti, ha 845 milioni di utenti, Linkedin 150 milioni e Google+ 90 milioni. Nonostante questo deve ancora diventare una realtà cash positive.
Eppure in sei anni ha affermato una sua realtà incontestabile: è una parte significativa della nostra cultura e del nostro immaginario, è stato capace di andare oltre l’aggiornamento costante circa i nostri stati d’animo e l’affanno continuo a diffondere le nostre pene e gioie esistenziali. La sua centralità nella diffusione delle informazioni e nel coagulare e connettere ha supportato e sospinto i movimenti rivoluzionari e le azioni di protesta. Dalla primavera araba ad Occupy Wall Strett – sperimentato su Twitter come #hashtag di Adbusters – non è più possibile né pensare né affermare Why the revolution will not be tweeted. E potete fare tutti i distinguo che volete, spiegare che Twitter da solo non ha fatto la rivoluzione o che la partecipazione e la democrazia non passano da 140 caratteri, ma quello che Twitter ha affermato è la sua consistenza simbolica, la capacità di mettere in circolo del simbolico e offrire la possibilità di dargli forma. Senza Twitter nessuna rivoluzione come quella, né nessuna protesta connessa come quella.
La sua capacità di offrire una testimonianza del mondo attraverso le parole di chi lo vive e di connetterle tramite un #hashtag declina lo spirito del tempo. Possiamo limitarci a pensare che questo spirito si riduca alla lista quotidiana dei Trending Topics – fra trivialità, passioni da fan e qualche buona idea – o provare ad allargare l’orizzonte dello sguardo e provare a vedere come ci sta cambiando.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.