La nostra ricerca su generazioni e media lavora anche sull’autocollocazione entro un vissuto generazionale a sfondo mediale, cioè sulla capacità di osservarsi generazionalmente attraverso un prodotto mediale o un insieme di prodotti mediali.
E’ con questo spirito che leggo questo frammento di un post dello scrittore Giuseppe Genna:
Io sono un esponente della generazione Marvel. Non esiste alcuna classificazione sociologica che identifichi in questo modo la mia generazione. Quando mi dissero che appartenevo a una comunità anagrafica denominata X, da un bestseller di Douglas Coupland, rimasi svuotato: la X può essere tutto e, di fatto, è un nulla, è vuota. Mentre noi eravamo cresciuti con un pieno, un vero culto – si chiamassero Spiderman, Capitan America, Hulk o i Vendicatori (la Visione su tutti), questo era il pantheon mio e dei miei coetanei, alla fine dei Settanta.
L’unica X in cui riconoscersi, insomma, è quella degli X-Men di Lee e Kirby, nel loro essere mutanti in una società che cambia.