Giuseppe Granieri (o meglio Junikiro Jun) mi coinvolge in una catena lanciata da Mario Gerosa. Si tratta di un’occasione per una riflessione “al collettivo” sull’esperienza di essere avatar. Il gioco è semplice: dire 8 cose di sè e sollecitare 8 ava/blogger.
Comincio da me.
1. SecondLife rappresenta per me la possibilità di “dare presenza” alle forme della comunicazione e della virtualizzazione su cui rifletto da alcuni anni. Ho deciso di entrare solo quando c’è stato un progetto concreto che fungesse da stimolo (nato in un giardino interno a Ravenna tra sigarette, sigaro e chiacchiere in libertà). E l’ho fatto quando è calata l’attenzione generalista, quando le imprese hanno cominciato a ritirarsi, quando Repubblica, dopo aver venduto una allegato su SL che stà in moltissime case, ha cominciato a fare articoli negativi 🙂 Ecco, è da qui che si è entrati nella seconda era. Ah, sì: ed è anche arrivato il canale voice.
2. L’ingresso nel mondo è deludente e privo di senso… se non c’è scopo. Capisco tutti quelli che entrano per una sola volta. L’accoglienza è inesistente e l’obiettivo di stare lì non è chiaro. Non ho sopportato il tutorial iniziale, la solitudine dell’avatar che non sa nulla di se stesso. Tutto quello che ho imparato l’ho imparato dall’esperienza di stare con gli altri in SL. Il momento più importante è stato quando ho messo come “Home” nella mappa di orientamento unAcademy. L’esperienza di essere avatar ha necessità dell’abitare, del radicamento… anche nella metaterritorialità del metaverso.
3. L’aspetto è essenziale in SL. E’ una forma di espressione. E’ un linguaggio attraverso cui (rap)presentarsi. Tutta la prima fase di vissuto inWorld l’ho passata cercando di “lavorare” sul mio aspetto: shape, skin, volto, abiti, accessori… capelli. I capelli sono fondamentali: la definizione della texture è direttamente proporzionale alla tua permanenza dentro SL.
4. La cosa che ho notato nel tempo è che moltissimi avatar assomigliano a chi sta loro dietro, ne colgono i tratti, lo spirito, insomma: li riconosci. Il lavoro di affinamento nel ricercare volti particolari o lavorare sulle proprie forme è costante. Molti avatar tengono memoria delle loro “trasformazioni” in set di fotografie che, se lo chiedi gentilmente, condividono.
5. Lo spazio che trovi in SL è spesso la metafora dello spazio reale, un “come se fosse” che talvolta rasenta la delusione. Dopo le prime esplorazioni di eden paradisiaci, con architetture del tipo Arcadia, canti di uccelli e vasche all’aperto di acqua bollente in cui adagiarsi ti chiedi perchè le possibilità di questo metaverso vengano così poco utilizzate. Allora cerchi almeno di cambiare punti di vista: il volo è sicuramente una delle funzioni che uso di più – ma anche il pannello di movimento dello sguardo.
6. Quello che trovo interessante è che SL rappresenta una forma potenzialmente evoluta dei social media, ossia che – al contrario di quello che sostiene qualcuno – non è un luogo per “scambiarsi informazioni” , che non “bastava un blog, Twitter e un IM a voler esagerare”. Perchè SL non è lo strumento ma come “dare luogo” alle relazioni.
E ancora: che non è vero che un “contenitore nato morto e tenuto artificialmente in vita dai “vecchi media”, che ripescano l’argomento nei momenti di fiacca”. Distinguiamo il MySpace per adulti dalle Conversazioni dal basso. E’ vero che forse non sarà questa SL a costituire la cornice per le forme mediate della comunicazioen dell’umanità a venire, ma probabilmente troveremo molto di questo appena cose SLlike si interfacceranno meglio con la Rete.
7. Tra le attività di intrettenimento nella comu(A)nità che abito c’è ai primi posti l’ascolto della musica in LucaniaLab (DJ Junikiro) e le feste correlate (animate sempre con esplosiva energia da Velas). Lì è possibile osservare forme di ritualità e variazioni che innovano particolarmente interessanti.
8. Da quando sono entrato tengo un diario etnografico che raccoglie “note di campo”. Prima o poi posterò le osservazione di una vita da avatar.
Ora la palla alle altre vite da avatar
MrVolare
Ambrose Birke
Pedro Bedrosian
Tilde Back
Eddie Tower
Rosa Waechter
Primo Sands
Asian Lednev (magari ospitato da Rosa)
e io che passavo per vedere che si dice in quel di Urbino, e mi trovo questa vittoria così.
uff.
mica è facile dire 8 cose. mò ci penso.
uff.
🙂
[…] finita nella catena che da mario gerosa è passata a giuseppe granieri e che mi hanno passato giovanni e vito. si tratterebbe di dire 8 cose su di sé, ma non so a chi potrebbero interessare, continuo […]
Concordo pienamente sul punto 2.
Per i capelli… taccio 🙂
[…] cose su Asian Pubblicato Dicembre 21, 2007 second life Asian (Lednev), chiamato in causa da GBA, non ha un blog, mi tocca […]
Donatello Saunders è fra voi 😉
@Thomas Galli: ed ecco crescere l’allegra brigata di sperimentatori della SL. Ci si aspetta un resoconto dell’immersione 😉
6. Quello che trovo interessante è che SL rappresenta una forma potenzialmente evoluta dei social media, ossia che – al contrario di quello che sostiene qualcuno – non è un luogo per “scambiarsi informazioni” , che non “bastava un blog, Twitter e un IM a voler esagerare”. Perchè SL non è lo strumento ma come “dare luogo” alle relazioni.
ci sono davvero mille interpetazioni di SL… sto girando tra le varie risposte alle 8 piccole tracce di se…. ed è favoloso leggere ..:)
E’ online il resoconto dell’immersione 😉
[…] life (8 cose in anastatica) Gennaio 6, 2008 Poco tempo fa sono stato chiamato in causa da Joannes Bedrosian aka Giovanni Boccia Artieri per definirmi in quanto Asian Lednev nella catena lanciata da Mario […]