[YouTube=http://www.youtube.com/watch?v=P4o5Sx7SnJE]
Viedeo virale per la campagna 2008 Aquafan.
Ma anche assunzione di responsabilità dell’industria del divertimento che si rende conto della realtà del contesto in cui opera e non può sottrarsi facendo finta di niente.
Come scrive Pier Pierucci -responsabile del parco- nei suoi segnali deboli – in anteprima agli amici:
Per noi che vendiamo il divertimento, quest’anno è stato difficile pensare ad una comunicazione che in maniera disinvolta potesse “vendere” serenità e felicità in formato 6×3 oppure 70×100.
In qualche modo una forma ecologica della comunicazione pubblicitaria. Perchè “video virale” non è sempre uguale a “far ridere”.
ma che tristezza!! .. che amarezza 😀
Secondo me lo ritirano dopo 3 giorni e danni incredibili … è come dire a uno brutto che è brutto: ma non si fa! mai!! 🙂
Tralasciando la presunta infelicità e messa da parte la tristezza, ‘sto filmato non l’ho capito.
O meglio, non l’ho capito in relazione ad Aquafan.
Responsabilità sociale? Boh.
A me sembra un espediente con cui paracularsi la gente con una specie di “i care”.
Poi non mi è chiaro se vuol dire “Gli italiani sono infelici, ce ne rendiamo conto, lo sappiamo”, oppure “Gli italiani sono infelici venite ad Aquafan che vi passa”.
O entrambe.
E’ come se una banca facesse un filmato dove dice “gli italiani sono poveri”.
Onore al merito di aver osato e resta un caso interessante.
E comunque abile uso del quadrato semiotico, ovvero dicono “non felici” e non “infelici”.
Ci sono pure cascato, ma resta valido tutto il commento.
a parte il commento, ovvio, che forse anche la scelta di una cravatta migliore potrebbe influire sulla felicità del nostro italiano … a me il video piace. e piace molto nonostante la lunghezza (2.23 sono tanti anche per il web imho) ed il ritmo non proprio incalzante. Mi piace come operazione ecologica che prende il mood del momento e lo racconta apertamente invece di traslarlo nella scelta di “un’atmosfera” come fa di solito da pubblicità. Interessate. Ho molti dubbi invece sulla sua possibilitià di essere virale. La logica virale vuole (dovrebbe volere) una possibile contagio delle persone, dei portatori. Ecco qui mi sembra si voglia inoculare un virus (ad elevato potere riflessivo) con scarse capacità infettive. In altre parole se un video/virus uccide il proprio portatore… muore con esso. Ergo, è un video/virus patacca.
L’idea della viralità del video è ovviamente prodotta dall’alto, e qui, secondo me, il senso è: lo mettiamo anche su YouTube, che magari gira.
La potenza invece del racconto, tra lentezza e incedere melanconico, finale aperto e non concluso è interessante.
Sul fatto di dire poi apertamente che “gli italiani non sono felici” da parte di chi della felicità “istantaneizzata” fa il suo mestiere, trovo la scelta, oggi, necessaria. Si attua un meccanismo che smonta l’ipocrisia e va al cuore del problema.
Come mi scrive Pier: “Il marketing spesso induce ad utilizzare la provocazione di messaggi forti al fine di ottenere risultati di visibilità.
In 22 anni di attività, Aquafan non ha mai intrapreso questa strada.
Nella sua comunicazione, Aquafan trasmette positività, solarità e a volte ironia (nonché autoironia).
La campagna “Gli italiani non sono felici” rappresenta quindi un’eccezione e, anche se nasce da un ufficio marketing (quello interno di Aquafan), crediamo contenga qualcosa in più di una fredda strategia.”
Mah, come dire: questa pubblicità esprime le opinioni del clown sempre chiamato a sorridere, tra il sempre presente Pirandello e il realismo di Boll.
Aquafan ha questo compito fare sorridere: ma senza maschere.
A me il video piace. In fin dei conti sovverte due luoghi comuni: il primo che noi italiani siamo sempre e comunque felici. Il secondo più sottile sul nostro paesaggio che non basta più: è ormai abbruttito pure lui, rovinato da questa non-felicità, solo in un mondo ricostruito e dedicato al divertimento si ritrova una esperienza di qualità dei luoghi.
@GBA La viralità ha a che fare con il codice genetico/visivo del video. Metterlo su youtube,ovviamente, non basta. D’altra parte è però una caratteristica “progettabile” (anche dall’alto). Poi “magari gira”… ma è un’altra cosa. credo.
@FF beh, il secondo messaggio è forse implicito nei 22 anni di attività di aquafan.. una collina “walled” per rappresentare il paesaggio di felice che l’Italia è/era. Luogo di qualità che fa della ricreata natualità uno dei punti di forza: c’è tanto verde qui… dicevano alcune delle persone intervistate ad aquafan, alcuni anni fa. Poi uno esce dal parco e se guarda verso l’interno vede i monti della carpegna, poco dietro riccione. Verdi ma evidentemente, non così verdi.
Sembra un incrocio tra una pubblicità progresso (qualcosa del tipo: aiutiamoci, se continua così l’unica soluzione sarà mettersi una maschera reale sulla faccia) e un finto spot della Diesel (con il brand Aquafan, griffe del divertimentificio riccionese, a creare nei titoli di coda una dissonanza cognitiva: uno, dopo quell’inno alla tristezza, si aspetta il logo del ministero con Tremonti che ti dice “Ve lo dico io come si può fave…”). Per dire. Ma non è poi compito delle pubblicità quello di giocare sul conscio/non conscio? Nel senso: visto che nessuno ha più quattrini per arrivare alla fine del mese, non può essere un escamotage per far dimenticare ai consumatori il prezzo del biglietto dell’Aquafan? Infondo si dice che gli italiani non sono più contenti, il messaggio implicito è “venite all’Aquafan che vi passa”. Il vero problema è che gli italiani non sono più contenti fondamentalmente perché non hanno più i soldi e un lavoro sicuro. E come dicevano in S&C: in tempi di crisi fai a meno della panna montata…
Campagna interessante…ma il punto è questo: dopo aver visto questo video sento dentro di me una voglia irrefrenabile di andare a divertirmi ad aquafan?NO!!!! Sinceramente il video fa riflettere e proprio per questo non mi sembra assolutamente adatto a pubblicizzare aquafan!!! perchè? secondo il mio punto di vista aquafan essendo un luogo di svago e divertimento dovrebbe puntare proprio sulla positività e non per questo essere ipocrita.Sì noi italiani non siamo felici e allora abbiamo bisogno di NON PENSARE…ed ecco che entra in gioco aquafan! il luogo dove non devi pensare ai tuoi problemi! il messaggio pubblicitario poteva svilupparsi su nota negativa ma sviluppare un altro tipo di messaggio dove aquafan si mostrava come luogo di rifugio. E allora avrei pensato: sì voglio distrarmi e fuggire da tutto..vado ad aquafan!
Io il video non l’ho capito. Non so a quale briefing si leghi e faccio molta fatica a capire l’obiettivo.
A me sembra che si siano “ingolfati” nella spasmodica ricerca di fare qualcosa di originale. Senza riuscirci. Vedo tanto virale,guerrilla e altro, con messaggi immediati, semplici, belli e memorabili. Eppure non banali. Secondo me, chi ha pensato e realizzato questa idea, ha tentato di fare qualcosa di obbligatoriamente diverso. E questo fa discutere. Ma non vuole dire che sia efficace. Se, come credo, il target Aquafan è formato da giovani e famiglie, non vedo come questo messaggio possa arrivare. E lo vedo debole anche per un ufficio stampa. Buona estate…
sì esatto! messaggi semplici rimangono molto più impressi! oggi è così: i programmi più impegnativi li trasmettono in seconda serata e quelli più stupidi e intellettualmente pari a zero li trasmettono nelle fasce orario dove si riscontra un maggior numero di pubblico! essere originali è una delle cose più difficili a questo mondo perchè si rischia di non essere compresi o di passare dalla parte del ridicolo. per esempio una pubblicità che mi sembra molto ridicola è quella delle cicche daygum protex: “che li ami o no assicurati che usino daygum protex dopo aver mangiato”….hanno cercato l’originalità ma a mio parere la pubblicità è ridicola. cosa ne pensate?
[…] certi sguardi attenti possono cogliere, in uno spazio terzo (?) come Aquafan. Non solo offerta di svago quindi ma immaginari emergenti che possono essere carpiti e magari capiti nei luoghi […]