Provate ad immaginare.
Immaginiamo che decidiate di iscrivervi ad un gruppo su Facebook perché vi riconoscete nei suoi contenuti esplicitati nel nome del gruppo come “noi che siamo cattolici”, che vi sentite rappresentati dall’essere lì dove, magari, ci sono altri come voi di cui siete “friend” e che nell’essere connessi, così, anche simbolicamente, è una cosa in cui vi riconoscete. Poi immaginate che un giorno il gruppo muti il titolo in “noi che vorremmo il Papa morto”. D’accordo ho estremizzato ma ho reso l’idea?
Voi ci mettete la “faccia” lì, o almeno la vostra iconcina-avatar, c’è il fatto che venite definiti “fan”, c’è, in qualche modo, la vostra reputazione esposta. Se il gruppo cambia di segno e non vi rappresenta più rischiate di mettere la “faccia” rappresentando ciò che non vi rappresenta.
Se poi pensate a quanti gruppi ci si iscrive spesso con leggerezza e superficialità, spesso dimenticandosene… Come mettersi una spilletta carina che ti dimentichi lì sulla maglietta. Solo che durante la notte la spilla cambia e inneggia all’odio, ad esempio, e che la tu maglietta è in pubblico e sopra c’è la tua faccia.
Ieri, dopo il gesto di aggressione di Tartaglia a Berlusconi e l’escalation di conversazioni (e conflitti) in Rete, abbiamo cominciato ad assistere al mutamento del nome di alcuni gruppi, nati con i fini dichiarati più diversi, per trasformarsi in gruppi di “Solidarietà a Silvio Berlusconi”.
Gruppi in qualche modo “fake” con numeri elevatissimi di iscritti che hanno lasciato straniati molti degli stessi:
ATTENZIONE:GLIAMMINISTRATORI DI QUESTO GRUPPO HANNO MODIFICATO IL NOME DA “SOSTENIAMOIL MADE IN ITALY” A “SOSTENIAMO SILVIO BERLUSCONI”…altro che 390mila iscritti. siete4gatti..PER FAVORE COPIATE, INCOLLATE E USCITE DAL GRUPPO
ma vergognatevi ! come siete ridotti sepre a manipolare le persone a vostro favore. mai mi sono iscritta a questo gruppo pur condannando l’ episodio di violenza e tantanto meno ne voglio far parte ora . che venduti che siete
I gruppi che hanno mutato la loro natura sono diversi (grazie a Jacopo, Pier Luca e Catepol per alcune segnalazioni), come “I LOVE ITALIA” che diventa “BiDPLUS AUGURA UNA PRONTA GUARIGIONE AL PRESIDENTE SILVIO BERLUSCONI”, “No a facebook a pagamento nel 2010, servono 10.000.000 iscritti!” che diventa “SOLIDARIETA’ A SILVIO BERLUSCONI” o “Made in Italy” che diventa “Sosteniamo SILVIO BERLUSCONI contro i FAN di massimo TARTAGLIA” (ne abbiamo parlato ieri anche su FriendFeed – e questo post, di fatto, si deve alle conversazioni dei tanti che sono intervenuti).
Da un gruppo in cui sei iscritto che aveva un contenuto tutto sommato light ti ritrovi a sostenere una posizione “politica”. E forse non ti sei veramente iscritto a quel gruppo e reagisci con forza:
chi mi ha iscritto a stò gruppo??? andatevene a fanculo…
La crescita di numero degli utenti Facebook, le diverse esperienze dei linguaggi digitali e gli analfabetismi correlati, la scarsa percezione della propria sovraesposizione e la leggerezza della partecipazione (“accetto il gruppo, tanto che mi costa?”) richiedono una crescita della cultura dell’uso e dell’abitare i social network che deve partire anche dalla Rete stessa. Questo è il senso ad esempio del gruppo su Facebook “LE BUFALE SU FACEBOOK: NON CASCATECI!!!” o dell’approccio pedagogico all’uso dei settaggi nelle informazioni relative alle variazioni di nome dei tuoi gruppi.
Resta il fatto che i gruppi su Facebook sono forme di potere e di controllo che semanticamente si discostano dal’idea di “essere un gruppo”. Il fondatore ha un potere sugli iscritti che può esercitare accettando ed eliminando, costruendo ed oscurando conversazioni e mutando la natura del gruppo stesso come nei casi estremi citati. Dietro l’appartenenza spesso risiede una superficialità della connessione che però può essere utilizzata strategicamente da chi gestisce il gruppo, ad esempio attirando “quantità” di utenti per trasformare “qualitativamente” i numeri: i 403.299 membri di Sosteniamo SILVIO BERLUSCONI contro i FAN di massimo TARTAGLIA iscritti per sostenere il Made in Italy.
Pensiamola nei termini del Marketing: io mi iscrivo al gruppo “quelli che amano il cioccolato” e mi ritrovo dopo alcuni mesi nel gruppo “quelli che amano Nutella”.
Forse dovremmo avere più attenzione, Anche l’iscrizione superficiale e deresponsabilizzata, giocosa e fatta per intrattenimento, diventa così un gesto politico. Come tutto l’abitare la Rete.
E anche chi osserva dall’esterno per alimentare un giudizio sulla Rete, giornalisti, politici, ecc. prima di giudicare a partire dai numeri dovrebbero tenere conto della fenomenologia dell’abitare la Rete, con le sue storture e le sue bellezze.
Cadiamo sempre nel solito tranello… utilizziamo strumenti nuovi con categorie mentali vecchie. La maggioranza di coloro che ti segue, credo (spero), difficilmente sarà incappato nell’inconveniente di cui parli (o gli sarà capitato da newbie sviluppando subito l’anticorpo).
Come facciamo a spiegare la complessità, le regole, i tranelli appunto, dell’appartenenza a un SN a persone che un SN non hanno mai frequentato? Che idea si può fare la “casalinga di Voghera” laddove nè i politici, che regolano la convivenza civile, e i giornalisti, che la “controllano” cedono al canto lusinghiero del populismo e degli ascolti? Laddove anche un carico da briscola come GBA (concedimi il complimento) appare sui mainstream in orari improbabili e gli sono concessi pochi minuti per far intravedere tale complessità? Un SN non è un PC o Internet, o un gruppo FB, è un nuovo linguaggio. Di nuovo, è COMPLESSITA’. Non sono del mestiere, sono solo un utilizzatore “evoluto” di questi mezzi, ma francamente non riesco più a intravedere metodi per veicolare la conoscenza dei SN tramite i mezzi tradizionali. Vedo sempre più distanza.
P.S. Lo so non è un commento, è uno sfogo, ancora una volta un modo sbagliato di usare la categoria concettuale del blog 🙂
uso lecito 🙂 è uno spazio nel quale discutere, conversare, commentare… e forse anche presentare il proprio pensiero (anche sotto forma di “sfogo” sul tema)
Credo che quello a cui assistiamo su web non sia nulla di nuovo, ed infatti noi radicali l’Italia degli insulti e le bestemmie la conosciamo bene dai tempi di Radio Parolaccia. http://www.lucanicotra.org/content/facebook-come-radio-parolaccia-mostra-la-faccia-oscura-del-paese
Concordo sul fatto che il rapporto tra mezzi mediali e insulti non sia una novità, anche in televisione ne abbiamo avuti (ricordate gli anni’80) e ne abbiamo quotidianamente… il mezzo radiofonico, poi, attraverso la partecipazione meno filtrata delle presenze del pubblico (anche nelle derive delle piccolissime radio) ha anticipato forse la cosa.
La novità sta nella permanenza e ricercabilità, cioè nel grado di sovraesposizione pubblica nel tempo e, grazie alla replicabilità, nella diffusione nello spazio mediale.
a proposito del cambio di nome dei gruppi, mi permetto di segnalare questo breve how-to per ricevere una notifica in caso di cambio nome di un gruppo a cui si è iscritti: http://tinyurl.com/y8qpnvw [ via Alessio su FF: http://tinyurl.com/y9pv2nn ]
Fulgido esempio di marketing politico 2.0, supportato ed amplificato dalla leggerezza con cui si accettano gruppi e profili publici.
Una buona dose di scorrettezza dei gestori dei gruppi però non è mancata: se facebook non prende una posizione precisa e velocemente, rischia una forte crisi di credibilità!
…intendo ovviamente una posizione “ufficiale”.
concordo
Questa storia mi ricorda un pò il tema della mia tesi realizzata con lei qualche anno fa.. Interferenza culturale e guerriglia sui media. Mi verrebbe da dire che si tratti di una sua evoluzione: prima ad essere attaccate erano solo le aziende multinazionali, ora è la società stessa. La logica è la stessa: si interferisce sui messaggi attraverso lo stesso strumento di comunicazione. L’obiettivo pure: attacco ai contenuti superficiali, incosistenti e privi di un riscontro reale.
E come molte aziende hanno dovuto affrontare questa situazione di crisi che ha leso la propria reputazione, così anche la società dovrebbe farlo… meditare su se stessa invece di attaccare gli strumenti di cui dispone.
Un caro saluto prof!
Infatti credo, come dici tu, che non sia un problema di strumenti ma di consapevolezza dei linguaggi degli strumenti, di policy e di media education…
ti ringrazio per la citazione intanto… e ti aggiungo che un amministratore di gruppo può anche moderare i commenti, eliminando quelli che non gli garbano. Insomma…un amministratore di gruppo piccolo o grande che sia, ha un bel giocattolino plasmabie ccome più gli aggrada, nelle sue mani.
Gli utenti non se ne rendono conto della leggerezza con cui si espongono ad iscrizioni inutili, tanto per giocare, così fan tutti, tanto questo è facebook.
Il gruppo antibufala è nato per gioco da una conversazione Friendfeed in cui ironizzavamo proprio sui gruppi imbecilli a cui la massa aderisce o di cui ci arrivavano gli inviti.
Ci dicemmo proviamo a fare l’elenco in un gruppo stesso…
Ed ora è quello che è. (per me un lavoraccio, ma la serietà dell’intento del gruppo è centralissima, per quanto mi riguarda… non avessi più tempo per moderare lo chiuderò, non lo lascio in balia del vento di Facebook).
Gruppo imbecille ? ahahahahahahahah sarai tu !!!
Concordo pienamente con tutti Voi!, oggi il pesce grosso mangia quello piccolo!,…. e così vale per le aziende, i provaider, i web!, all’ora ci si allea, ci si fonde!, questo perchè si tiene conto ormai solo dei numeri e nn di una qualità o altro!.
Come in tutte le cose che nn vanno qst succede perchè nn c’è ordine!, mi riferisco a ciò perche in tutto qst manca sempre quella componente che dovrebbe tutelare le libere scelte e controllare e verificare direttamente, mettenendo al corrente degli eventuali cambiamenti anche il singolo utente anche direttamente!.
Parlano di Privasy!…. ma nn c’è mai stata a partire da quando sottoscrivi un contratto o ti iscrivi a un sito!,
quanti di Voi hanno provato a iscriversi e nn sono riusciti ad accedere perchè nn accettavi le norme della privasy di quel sito?…….
Penso una cosa!, che secondo me è alla base di tutto!:
La comunicazione deve essere alla base di ogni cosa!, è l’anima di un sistema, di una coscienza comune, ma le regole devono rimanere chiare e essere ben a conoscenza di tutti!, cosa che oggi nn è!:
Ci troviamo tra una faida di privati che per scopo di lucro gestiscono a loro piacimento ciò che hanno in loro potere e senza organi che le controllino quotidianamente!, ne controllano il loro operato ne verificano se sono state seguite le norme comuni, e chi ne fa le spese è sempre il singolo individuo!…
Anche un amministratore di un gruppo o un sito dovrebbe attenersi a delle regole ben chiare e rispettarle!, e qst a tutela dei suoi iscritti!
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