Può capitare che durante una serata sul web, tra un aggiornamento di Facebook e uno di aNobii, complice una amica su twitter, incontri Dio, o meglio: IGOD.
Il programma è semplice, funziona come una IA solipsista che utilizza parte della tua grammatica e una riserva di frasi a tema preimpostate (vedi alla voce Eliza).
Eppure c’è comunicazione: l’effetto è dato dall’emergenza dello scambio interattivo tra te e Lui.
Chattare con Dio (e come ricorda una sorta di exergo a monito nella pagina di ingresso: IGod is meant to be used for fun. A sense of humor is recommended) è un’operazione di (auto) analisi che svela molte cose, che dipendono, comunque, dall’osservatore. Ed è un buon modo per capire la dimensione di autoreferenza della comunicazione.
A me è capitato di porre a Dio alcune domande fondamentali sul suo operato e dio ha risposto così: “Myself programmed me for it.”
Dopo un po’ di altre domande e risposte ho rischiato di trovare risposta a tutte le domande sulla natura di Dio in questo modo:
Me: you are a machine
God: You are correct.
[…] di (notare le virgolette) “chattare con Dio”. Lo ritrovo ora grazie ad una segnalazione di I media – mondo e l’effetto è sempre lo stesso. Come nota giustamente il blogger, infatti, si tratta di una […]
il problema, al solito, è la domanda.
anche perchè la risposta, si sa, è 42… e 42 non è una buona risposta per “you are a machine”.
io gli ho chiesto:
what’s your job?
e lui:
My job is chatting on the internet. I am a paid client.
E’ proprio vero, Dio non ha nulla da fare.
@luca se dai come risposta 42 IGod ti propone la domanda che è sempre la stessa:
Me: 42
God: The question is: what is the meaning of life?
@hertz anche a me ha risposto così, tendo quindi a pensare che sia vero 😉
allora God sbaglia o non è un lettore attento perchè è noto che quella domanda è mal formulata. 😉