Gina Trapani ha un blog molto letto, Smarterwere, in cui parla della realtà tecnologica del web e della nostra vita sociale in Rete, ha sviluppato alcune applicazioni che la monitorano, scritto un libro, Lifehacker, per insegnarci a lavorare in modo più veloce e più smart con le tecnologie e possiede un profilo su Twitter che ha superato i 200 mila followers.
Un punto di non ritorno. Un momento in cui cominci a sentire il peso della tua notorietà, senza essere una star della tv o del cinema, semplicemente per la tua visibilità e reputazione in Rete. Il punto è che la relazione visibilità/contatto – un paradigma di cui ho già accennato – con un’audience elevata all’interno di un contesto “ideologicamente” conversazionale (nel senso che il lettore di un post, il follower di un account twitter ecc. lo “sente” così questo ambiente, nel collasso generalizzato dei contesti) produce un rovescio della medaglia rispetto alla capacità di diffusione delle tue idee, di gestione della tua reputazione e nella capacità di trattare comunicativamente il contesto. Questo lato oscuro nascosto dietro i privilegi di una grande audience viene tratteggiato da Gina Trapani in alcuni punti significativi che consiglio di leggere.
Quello che emerge è un contesto in cui il tuo “valore web” riconosciuto in termini di contatti e visibilità vuole essere sfruttato da tutti quegli amici, conoscenti o seguaci accaniti – ma anche lontani parenti – che hanno una nuova app da piazzare o hanno scritto un qualche libro, hanno sviluppato non si sa bene che cosa o semplicamente pretendono che tu gli segnali la pagina Facebook.
Cominci ad acquistare un valore per il tuo Klout score più che per quello che dici e, anzi, spesso quello che dici viene frainteso da persona che ti conoscono poco o per niente e che entrano in una “conversazione” senza comprenderne il contesto.
Si comincia a dipendere dal giudizio di estranei: “diventi un performer invece che uno che condivide contenuti” senza contare il fatto che diventi una calamita per i troll.
Gina ha 200 mila followers su Twitter, a differenza di molti di noi. Ma è indubbio che la crescita esponenziale dei contatti che avremo anche da “navigatori” medi, prodotta dall’ingresso sempre un po’ più di massa nei siti di social network, dalla crescente abitudine di utilizzo del doppio schermo per informazione ed intrattenimento, dalle inevitabile crescita di connessioni, sta accelerando la mutazione del contesto e, di conseguenza, la percezione del valore di questo ambiente, sbattendoci fuori, prima o poi, con violenza da un eventuale atteggiamento ingenuo che ha prodotto, spesso, l’illusione dell’eden tecnocratica.
nel mio piccolo (non ho certo 200mila followers) accade anche a me a volte…non mi viene in mente molto altro da fare, che ignorare, quando non è la conversazione che cercano da me 🙂