L’avvio della campagna elettorale è stato segnato più che dai programmi dalle promesse. Si tratta di un fatto non anomalo nella comunicazione politica durante le elezioni ma che è stato accelerato nei tempi e ha prodotto un’escalation nei modi.
I diversi leader hanno infatti caratterizzato la loro comunicazione attraverso una politica degli annunci che alzava, di intervista in intervista, di talk show in talk show, la posta. L’effetto è stato quello di un continuo rilancio, come in una partita a poker, che è stato variamente criticato nei media e ironicamente trattato online, come racconta il successo dell’hashtag #abolisciQualcosa.
E che si è legato a una doppia spirale di sfiducia degli elettori: quella più generalizzata per la politica e quella determinata da un clima comunicativo che ha definito la campagna all’insegno della prudenza rispetto alle fake news.
È, ad oggi, questo il frame del dibattito elettorale. Tra testate giornalistiche che mettono a confronto le diverse promesse e il fact checking che diventa un format per la TV – La7 lancia da Lunedì 5 febbraio la striscia quotidiana Var Condicio “Cercheremo di capire se le promesse dei politici saranno suffragate dalle giuste coperture. Ma anche se ci saranno affermazioni che, al contrario, saranno esatte” – e su Facebook – nella collaborazione con Pagella Politica che avrà il compito di verificare l’accuratezza dei contenuti linkati.
È questo il clima che Parole O_Stili monitorerà settimanalmente in collaborazione con IPSOS sul Corriere della Sera e che mostra come i cittadini percepiscano un elevato tasso di “aggressività” della campagna (indice 64/100)
a cui associare un eccesso di “falsità” (indice 74/100).
Un deciso invito a invertire la rotta comunicativa della politica verso strade più meditate e percepite come autentiche. Segnale che anche la politica sembra aver colto se guardiamo la (leggera) inversione di Trend tra la settimana del 25 gennaio e quella del 1 febbraio.