Venerdì sarò impegnato nel convegno Le reti socievoli. Fare ricerca nel/sul web sociale.
La mattina durante la plenaria terrò una relazione dal titolo “Connessi in pubblico. Forme e pratiche della socievolezza in Rete”. Dentro la dimensione conversazionale, che è costitutiva del web sociale, le dinamiche della socievolezza sono esaltate attraverso forme espressive diverse: opinioni e giudizi, analisi ed illusioni, frustrazioni e speranze, fantasie ed esperienze. Tra flirting e flaming, tra disinibizione e sovraesposizione. Si tratta di forme costitutive dello stato di connessione che caratterizza le nostre vite. Ma anche una forma che rappresenta la base per la costruzione di una nuova “semantica” della società in Rete.
Nel pomeriggio seguirò i workshop. Ho lavorato – con altri – alla selezione dei molti paper proposti e credo che in questi si possa trovare uno spaccato delle metodologie di ricerca sul web sociale che la sociologia oggi affronta.
È un’occasione anche per discutere in pubblico del libro scritto con i colleghi del LaRiCA :“Network effect. Quando la rete diventa pop” (Codice Editore).
Il mio saggio ha come titolo “SuperNetwork. Vite connesse e culture partecipative” e cerca di porre alcune domande (e tentare delle risposte):
Cosa accade nel momento in cui milioni di persone nel mondo non sono più semplicemente pubblico di massa, non sono più semplicemente connesse attorno a comunicazioni di massa secondo un principio “gravitazionale” – come il pulviscolo attorno ad un pianeta la cui unica relazione è la condivisione di un’orbita – ma possono produrre connessioni “di massa” tra loro, con e attraverso contenuti che imparano non solo a fruire ma a produrre?
Qual è la natura delle vite quando sono connesse in pubblico attraverso siti di social network che ne raccontano dettagli privati, quando vengono condivisi con un pubblico potenzialmente di massa pensieri e rapporti, quando le discussioni coinvolgono persone che non conosci – in senso tradizionale – ma con cui sei più che in semplice contatto?
Cosa accade quando la consapevolezza di questo stato di connessione delle vite aumenta ed è capace di realizzare nuove concretezze nell’immateriale?
Quello che si sta creando è un nuovo senso della posizione nella comunicazione per gli individui. E questo alimenta la mutazione che vedo attorno a me.
Mi devo aspettare un’incursione nel pensiero di Simmel (e magari pure di Goffman)?
(Mi piacerebbe esserci, ma Urbino è lontana…)
La socievolezza di Simmel è già nel discorso, assieme alle “conversazioni” di Goffman… Credo che ci sia un’utilità dei classici. Dapprima di quelli di inizio ‘900, che hanno vissuto un mutamento rilevante con un nuovo “soggetto” che si affaccia sulla scena della modernità.
[…] dove verrà presentato il libro del LaRiCA, Network Effect. Quando la rete diventa pop. Vedere qui. Il mio contributo è Stati di creatività diffusa: i social network e la deriva evolutiva della […]
[…] le riflessioni più esplicitamente centrate sulla dimensione mediologica di Alberto Marinelli e di Giovanni trovano degli ancoraggi per me particolarmente interessanti. Cose di cui parliamo parecchio e che […]