Non è la Rete ad espellere i Senatori del MoVimento 5 Stelle

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Espulsi i senatori del MoVimento 5 Stelle. Ho già sentito giornalisti dire e scrivere che così ha votato la rete. No, non ha votato LA RETE per l’espulsione. Hanno votato degli iscritti attraverso un blog  una piattaforma. 29.883 iscritti certificati hanno votato per ratificare la delibera di espulsione e 13.485 hanno votato contro. Non la rete. Iscritti. Attraverso una votazione su un blog una piattaforma. Di proprietà. Non la rete. Non attraverso la trasparenza dei Tweet, ad esempio. Persone. iscritti. Non la rete. Non sono sicuro sia mai abbastanza chiaro.

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E’ l’ideologizzazione del web, così come viene narrativizzato dalla coppia Grillo-Casaleggio nei loro discorsi pubblici in quanto luogo di trasparenza e quindi di verità, capace di mettere in discussione – spesso unicamente ridicolizzandolo – il linguaggio della politica e i discorsi politici cui contrapporre una contro narrazione capace di diffondersi peer-to-peer, seguendo un percorso di disintermediazione totale, sia comunicativa che di rappresentanza, in cui “uno vale uno”. Per questo motivo la sede del movimento che si fa partito è la stessa Rete, come chiarisce lo stesso non-statuto del M5S che ne colloca appunto la sede presso l’indirizzo web del blog di Grillo (art. 1) e che chiarisce come stia “nell’ambito del blog stesso, lo strumento di consultazione per l’individuazione, selezione e scelta di quanti potranno essere candidati  […] organizzandosi e strutturandosi attraverso la rete Internet cui viene riconosciuto un ruolo centrale nella fase di adesione al MoVimento, consultazione, deliberazione, decisione ed elezione” (art. 4).

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Alla narrazione di una democrazia diretta che non può che avere sede nella Rete corrisponde quindi una forma di organizzazione politica Internet-based.  È questa associazione ad avere sviluppato all’interno della politica italiana e nel dibattito nella sfera pubblica rappresentato dal giornalismo un tipo di racconto che ha ideologizzato il web e le sue potenzialità fino a farne un terreno utopico in cui collocare le risposte a nuovi bisogni di cittadinanza. Rete che di volta in volta viene celebrata o demonizzata secondo un’oscillazione che dipende dalla fase di stupore (ad esempio circa i risultati ottenuti durante il voto nazionale nel febbraio 2013) o di relativizzazione (si pensi al dopo voto amministrativo avvenuto a maggio 2013) seguendo un determinismo tecnologico che attribuisce poteri opposti alla Rete, ideologizzandola e personificandola: il popolo della Rete dice, fa, vota…

Credo che questa sudditanza semantica del giornalismo – e della politica – alla personificazione e all’ideologizzazione della rete vada superata se vogliamo costruire un dibattito serio sul rapporto tra web, cittadini e politica.

7 pensieri riguardo “Non è la Rete ad espellere i Senatori del MoVimento 5 Stelle

  1. Mi pare una precisazione inutile. Con “la rete” si intende esattamente quello che dici. E’ una semplificazione giornalistica che tutti hanno compreso. Non ne valeva la pena di scriverci sopra un post.

    1. Secondo me è qualcosa di più di una “semplificazione giornalistica”. E’ un modo di raccontare che diventa un modo di pensare, di legittimare, di creare ostilità per il web, ecc.

  2. L’articolo di Boccia è utilissimo perché sfata alcuni miti sul web, mostrando come si possa trasformare in ideologia (ossia costruzione politica mistificante e propagandistica) anche un fenomeno considerato libero e spontaneo.
    Bravo prof. Boccia, continui così analizzando puntigliosamente ciò che una osservazione superficiale impedisce di vedere.
    Che cos’è il web? Ciò che raccontiamo che sia oppure quella costruzione collettiva difficile da definire univocamente? Soltanto sfatando i miti e le pseudo-verità potremo avere una grammatica perspicua del web.
    Saluti

  3. Ciao Vanessa! Ci incontriamo nuovamente in questo bel blog, e sono contenta di leggere i tuoi commenti. Come potrei darti torto? L’articolo di Boccia Artieri non è una semplice “precisazione”, ma una valida lezione di metodologia delle scienze sociali. Forse a qualcuno può sfuggire l’importanza di questa riflessione, però non poteva accadere a una testolina graziosa e birbante come la tua.
    Non saprei usare parole migliori delle tue. Comunque il concetto è chiaro. Se si suggerisce una visione orientata alla politica della rete, allora si sta facendo ideologia. Inoltre, se questa visione distorce la realtà, si cade nella becera propaganda.
    Un caro saluto da Aika!

  4. Aika, quanto sei carina… grazie per i complimenti.
    Purtroppo non c’è limite al populismo della politica italiana. Adesso dobbiamo confrontarci anche con l’ideologia del web propinata da sedicenti guru ed esperti della rete. Eppure noi che siamo native digitali non avremmo bisogno di lezioni da chi appartiene alla generazione delle valvole termoioniche! Nonostante ciò ci ritroviamo in una assurda situazione che manipola il web per scopi politici. Invece, il web dovrebbe essere la massima espressione della libertà, ma così è diventato una gabbia per utenti eterodiretti.

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