Occupyscampia, una mobilitazione dal basso per riappropriarsi di un territorio e contrastare il presidio della Camorra. Un’idea che parte da un tweet:
E dà vita ad un dibattito fatto di rilanci di tweet riassunto nello storify di Ezekiel. Iniziativa simbolica ma rilevante perché tesa a combattere sul piano del “senso” la prevaricazione morale che sfregia la periferia a Nord di Napoli. Ma il punto è un altro e scaturisce secondo me dal commento che fa da subito Ciro Pellegrino in suo tweet:
okay per #occupyscampia ma occuparla qui su twitter non serve a molto. Bisogna andare rint’ a scampia, guagliu’
Qui si pone una questione di fondo oggi: il rapporto tra azioni simboliche e movimenti di piazza, tra forme organizzative e ideazione sul web e azioni concrete, tra teoria e prassi politica se volete o, come preferisco sintetizzarlo io: il problema della solidarietà corpo/Rete.
Come ho già scritto nei giorni tragici della manifestazione degli indignados a Roma quello che abitare la Rete, con le sue grammatiche e le sue logiche, ci ha insegnato è creare un nuovo rapporto fra aggregazione collettiva e delocalizzazione. Non c’è bisogno di essere tutti nello stesso luogo per esprimere contemporaneamente la stessa opinione. Possiamo ad esempio rendere visibile il nostro numero aggregando i contenuti da luoghi diversi e fare diventare la nostra opinione un elemento rilevante attraverso un tag.
Eppure resta la necessità di dare “corpo” a quei tag, di legare le azioni simboliche alla fisicità dei luoghi, di radicare il pensiero a forme concrete e a posti fisici. Scampia ha una sua natura antropologica che richiede una riappropriazione corporea dei luoghi perché la mutazione di senso può passare solo da lì. Ma Scampia può essere occupata anche semanticamente in altri luoghi, quelli della comunicazione, creando tensione espressiva e visibilità, supportando un sentire comune diverso ed esplicitandolo senza rinunciare ad esserci anche se dentro un vissuto antropologico immateriale. Questione complessa che richiede costantemente di ripensare e riorganizzare quella solidarietà corpo/Rete che sembra diventare sempre di più il frame centrale nel pensare alla mutazione contemporanea.
Questo topic è emerso durante una di quelle brevi ma intense “conversazioni” su Twitter con @barbapreta @_arianna @ellissena @ciropellegrino con i quali spero di continuare il discorso anche in altri luoghi corporei.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.